TORINO - Dal 21 luglio Mike Manley, nuovo amministratore delegato di Fca, lavora senza pause tra America ed Europa. La seconda parte dell’anno si prospetta molto calda per...
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È molto probabile che John Elkann opti per un manager italiano per dare un segnale sulla centralità del Paese nelle strategie del gruppo e perché il suo ruolo sarà fondamentale in vista del lancio di nuovi modelli e per le relazioni con il governo sullo sviluppo dell’elettrico dopo i contatti già avviati tra Marchionne e il ministro Luigi Di Maio. Il toto-successore è già partito da diversi giorni. I nomi circolati sono quelli di Pietro Gorlier, ceo di Magneti Marelli e Mopar, di Davide Mele, che ha lavorato a fianco di Altavilla nell’Emea, di Gianluca Italia, responsabile del mercato italiano e di Daniele Chiari, responsabile delle relazioni istituzionali e dello sviluppo prodotti nell’Emea.
La scelta non è semplice perché in ogni caso si apre un nuovo fronte: in particolare Gorlier, torinese, lascerebbe scoperte Magneti Marelli in un periodo delicato, ma anche Mopar, il brand di Fca dedicato ai prodotti e servizi post vendita. Il nuovo responsabile delle attività europee dovrà affrontare il problema delle fabbriche italiane. Gli investimenti per 45 miliardi sono stati annunciati ma senza dettagli e alcuni stabilimenti sono in difficoltà. La situazione più complicata è quella di Pomigliano, dove la Panda non basta: dovrebbe arrivare un modello Jeep piccolo o un minisuv Alfa, ma deve essere ancora individuata e realizzata la linea produttiva specifica. C’è ancora un anno a disposizione per gli ammortizzatori sociali, ma i tempi sono stretti.
L’altro stabilimento in sofferenza è Mirafiori, dove è appena iniziata la produzione del Levante Trofeo, suv con motore v8 per i mercato americano che sarà lanciato entro fine agosto in California. La necessità del secondo modello, che dovrebbe essere un suv grande dell’Alfa Romeo sulla piattaforma del Levante, è urgente anche perché a inizio settembre saranno rinnovati i contratti di solidarietà per un anno, poi non ci sono più ammortizzatori sociali. A Melfi, dopo l’interruzione della produzione della Punto, i sindacati hanno firmato un accordo per i contratti di solidarietà per sei mesi soltanto e questo fa prefigurare che la decisione sulla nuova vettura - si è parlato della Jeep Compass - potrebbe arrivare in tempi stretti. A Modena potrebbero arrivare le due versioni dell’Alfieri, a Cassino il piccolo suv Maserati sviluppato su piattaforma George. I sindacati hanno già chiesto un incontro per il settore motori e cambi: Pratola Serra è in difficoltà perché è l’unico stabilimento dedicato solo alla produzione del diesel per auto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero