Fca, firmato rinnovo contratto per 87mila lavoratori. Aumento medio di 144 euro. Gorlier: «Poste condizioni per sfide future»

Operai al lavoro in una fabbrica Fca
TORINO - È stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto specifico di lavoro di Fca, Cnh Industrial e Ferrari. Lo hanno firmato Fim, Uilm, Fismic, Uglm e...

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TORINO - È stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto specifico di lavoro di Fca, Cnh Industrial e Ferrari. Lo hanno firmato Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri Fiat. Il contratto, relativo al periodo 2019-2022, interessa 87.000 lavoratori. «Insieme al piano industriale per l’Italia che con grande senso di responsabilità abbiamo confermato nei giorni scorsi l’accordo di oggi rappresenta un ulteriore impegno dell’azienda nei confronti di tutti i lavoratori del Gruppo in Italia e dell’intero Paese. In questo modo pensiamo di avere posto le condizioni per affrontare al meglio le difficili sfide che avremo di fronte nei prossimi anni. Siamo fiduciosi che ognuno farà la sua parte». È il commento di Pietro Gorlier, responsabile di Fca per la regione Emea.


«Con questo rinnovo del contratto collettivo specifico di lavoro garantiamo ai lavoratori di Fca, Cnh Industrial e Ferrari aumenti annuali del 2% composto della paga base per quattro anni, che corrispondono a un incremento a regime medio di 144,5 euro mensili pari all’8,24% degli importi attuali». Lo sottolinea Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. «Si tratta di un rinnovo contrattuale che sfida la crisi, poiché guarda con fiducia al futuro e riconosce aumenti salariali rilevanti in una fase di difficoltà dell’economia in generale e del settore dell’auto in particolare», ha aggiunto. «Confidiamo che questo rinnovo - conclude Palombella - possa fare da apripista agli altri contratti, così come è nella tradizione delle relazioni industriali italiane in cui Fiat ha sempre costituito un punto di riferimento per tutti. Anche per questo l’accordo è una buona notizia non solo per i circa 90.000 dipendenti a cui si applica, ma per l’intero mondo del lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero