F1, McLaren per salvarsi pensa di mettere in vendita il 30 per cento del team

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Non c'è pace alla McLaren. Nonostante il quarto posto conquistato nella classifica costruttori 2019, il team di Zak Brown sta soffrendo dal punto di vista economico...

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Non c'è pace alla McLaren. Nonostante il quarto posto conquistato nella classifica costruttori 2019, il team di Zak Brown sta soffrendo dal punto di vista economico come mai prima. La pandemia ha influito pesantemente non solo sulla squadra di F1, ma sull'intero gruppo che produce supercar stradali, rimaste invendute. E proprio in questo settore saranno licenziate 1200 persone, 70 invece quelle che non rientreranno a Woking per quanto concerne l'impegno sportivo nel Mondiale.


 E dunque, l'ultima mossa di Brown è quella di vendere il 30 per cento della squadra, ipotesi maturata dopo una serie di incontri con istituti di credito e consulenti finanziari. L'operazione potrebbe avere un valore potenziale di decine di milioni di euro, che abbinati al budget cap in vigore dal 2021, aiutrebbero la McLaren a tornare più in fretta nel gruppo delle "big", agganciando Mercedes, Ferrari e Red Bull. A questo va ricordato che è stata accesa un'ipoteca sulla sede e sulla collezione di auto storiche come garanzia.

Mumtalakat, il fondo sovrano del Bahrain che possiede il 56 per cento dell'intera compagnia, lo scorso marzo ha già versato 300 milioni di sterline come sostegno, ma secondo Sky News UK, gli azionisti non effettueranno ulteriori iniezioni di capitale. Le altre grandi quote del gruppo sono in mano a Mansour Ojjeh, storico ex socio di Ron Dennis (col 14 per cento), e Michael Latifi (10 per cento), che nel frattempo ha già concesso un mega-prestito alla Williams dove corre il figlio Nicholas. Il restante 20 per cento è invece diviso fra azionisti minori. Con nuovi investitori nella squadra di Formula 1, sarebbe probabilmente richiesto un riassetto societario, ad esempio scorporando la divisione McLaren Racing che oggi è totalmente inglobata nel McLaren Group. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero