Emergenza per gli esami di guida: 360mila “fogli rosa” in attesa della patente

Emilio Patella, Segretario nazionale delle Autoscuole UNASCA
Quasi 360 persone attendono, con il foglio rosa in mano, di poter sostenere l’esame di guida per la patente entro la fine dell’anno e l’attesa potrebbe durare...

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Quasi 360 persone attendono, con il foglio rosa in mano, di poter sostenere l’esame di guida per la patente entro la fine dell’anno e l’attesa potrebbe durare più di quattro mesi: è l’allarme lanciato da UNASCA, l’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica che ha espresso preoccupazioni sui ritardi che potrebbero anche aumentare se nel calcolo si aggiungono le ferie del personale della Motorizzazione civile. Dati che tra l’altro rimarrebbero stabili solo se per cinque mesi si sospendessero gli esami di teoria. E’ quanto Unasca deduce dai dati resi disponibili dal CED della Motorizzazione a fine giugno, sottolineando, nello specifico, che sulla base dei cosiddetti ‘statini attivi’, provincia per provincia, la disparità nel numero di mesi necessario a smaltire gli esami arretrati - che per il Codice della strada, possono svolgersi dopo il trentunesimo giorno dal conseguimento del foglio rosa - creerebbe anomalìe tra nord e sud Italia. Da qui la esplicita richiesta di Unasca di una riforma della figura professionale dell’esaminatore, senza la quale sarà impossibile eliminare la massa di fogli rosa arretrati.

«I dati – spiega Emilio Patella, Segretario nazionale delle Autoscuole UNASCA – mostrano che serve anzitutto una proroga che sia slegata dallo stato di emergenza nazionale e che ha origine dai mesi di lockdown del 2020 e poi delle zone rosse. In secondo luogo, occorre urgentemente sbloccare l’impiego degli esaminatori in quiescenza, che ha avuto il via libera con il Milleproroghe, ma che ancora non possono tornare in servizio. Infine, va tenuto presente che sin qui restiamo nel perimetro dell’emergenza. Occorre ora che la figura dell’esaminatore sia slegata dagli altri compiti oggi svolti negli uffici della Motorizzazione e, cioè, diventare una professione a tempo pieno. Solo così ne usciremo, perché i cinque mesi che noi abbiamo calcolato di media, in Italia, comprese le legittime ferie del personale della Motorizzazione, presuppongono che la situazione resti cristallizzata al netto di nuovi pensionamenti e non si cumulino fogli rosa dai nuovi esami di teoria».

 

 

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Il Messaggero