Smart, un grande successo grazie all'Italia: prodotto un milione e mezzo di esemplari

Smart, un grande successo grazie all'Italia: prodotto un milione e mezzo di esemplari
MILANO - Chi ricorda gli albori dell'esperienza smart? La falsa partenza sotto la disinvolta guida Swatch, gli smart Center di monumentale e costosa inutilità, la drastica...

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MILANO - Chi ricorda gli albori dell'esperienza smart? La falsa partenza sotto la disinvolta guida Swatch, gli smart Center di monumentale e costosa inutilità, la drastica decisione di Mercedes di prenderne in mano direttamente le sorti nel tentativo di salvare il salvabile, nella convinzione - poi ampiamente suffragata dai fatti - che l'idea e il prodotto fossero vincenti a dispetto della falsa partenza.


Lungimiranza italiana. Il nostro Paese, e soprattutto Roma - diventata la smart city per eccellenza - sono stati i primi a capire le potenzialità di questa vetturetta a due posti davvero rivoluzionaria per la filosofia, per i materiali impiegati, per le dimensioni e dispetto di alcuni difetti meccanici, come l'insopportabile «ansimare» del primo cambio robotizzato che a ogni passaggio di marcia sembra sul punto di esalare l'ultimo respiro. Eppure, grazie ai continui miglioramenti apportati sotto la guida Mercedes, quello che poteva diventare un flop epocale è oggi una case history di successo, e l'esempio dei clienti di casa nostra ha fatto proseliti in tanti altri mercati, compresi - almeno all'inizio - gli USA dove la smart è sbarcata nel 2008.

Traguardo storico. La migliore testimonianza di questa prodigiosa resurrezione è affidata ai numeri: ad Hambach, la culla della smart che a dispetto del nome tedesco si trova in Francia, sia pure nella regione di confine della Lorena, è infatti stato appena festeggiato l'esemplare numero 1,5 milioni. Per la precisione, si è trattato di una fortwo electric drive cabrio bianca. Una coincidenza forse non casuale, visto che la versione elettrica è l'interprete più fedele di una vettura che della vocazione urbana e del ridotto impatto ambientale ha fatto la sua bandiera. Una specie di ponte verso un futuro ricco di promesse al quale la stessa fabbrica è in procinto di adeguarsi.

Ristrutturazione. Dopo aver sfornato lo storico esemplare, Hambach chiude (ma non per ferie) sino alla fine di agosto. Lo stabilimento, inaugurato nel 1987 e oggi fonte di occupazione per 1.500 dipendenti diretti, è destinato a essere completamente rinnovato con un investimento di 200 milioni, finalizzato a ridisegnare le linee produttive, per accrescere la flessibilità di tutti i processi, e l'impianto di verniciatura, che verrà adeguato agli standard Daimler sostituendo il processo a polvere finora utilizzato con quello a umido, più rispettoso dell'ambiente.


Prospettive. Si apre quindi una finestra sul futuro che la responsabile del marchio Annette Winkler, celebrando il prestigioso traguardo, ha voluto in un certo senso anticipare: «In risposta ai crescenti problemi di traffico e parcheggio nei centri urbani, non mancheranno numerosi nuovi modelli smart: con motore a combustione, sempre più spesso con trazione elettrica, come vetture private o parte di flotte oltre che come protagoniste di soluzioni di mobilità alternativa innovative come car2go. E dal 2014 offriremo ai nostri clienti una «urban mobility car» a quattro posti di nuova concezione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero