Ieri a Jerez si è conclusa la prima tornata di test che lascia sperare in una stagione emozionante. Forse più di quella dello scorso anno che, in ogni caso, è stata...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le posizioni sono fluide, anche perché per lasciare la strada vecchia è bene capire bene quale sia quella nuova, ma è noto che fra i costruttori di propulsori sono più inclini ad un cambiamento Ferrari e Renault, mentre Mercedes andrebbe avanti così pur se, dall'alto della competitività acquisita, non appare arroccata sul diritto di veto. Le regole attuali, infatti, sono state pensate a lungo ed avevano degli obiettivi che, cosa non facile, sono stati raggiunti: garantire stabilità, tenere sotto controllo i costi, seguire l'evoluzione dell'industria motoristica (contenimento di rumore, consumi ed emissioni) per sviluppare la tecnologia e, soprattutto, fornire un bello spettacolo. Rispetto a qualche anno fa la quantità di carburante è stata dimezzata, le auto hanno un'impostazione più in linea con quelle di serie e lo show messo in scena lo scorso anno da Hamilton e Rosberg ha fatto tornare in mente i duelli Prost-Senna.
Sembra la direzione giusta che certo può essere messa a punto e migliorata, ma non si intravedono i presupposti per un'ulteriore rivoluzione. Perché cambiare? Bernie vuole più cavalli? La barriera dei mille nel 2017 può essere facilmente raggiunta con queste power unit visto gli enormi progressi fatti e in pochi mesi con la Mercedes che è già vicina agli 850. Se poi si volesse andare più in alto anche subito basta togliere il flussometro che ora limita il passaggio di carburante a 100 litri l'ora e dare un po' più di benzina per effettuare i gran premi (anche qui il limite e 100 litri) e queste power unit un po' adeguate potrebbero sprigionare anche a duemila cavalli visto che 30 anni fa, con una cilindrata uguale, un frazionamento ridotto e senza recupero di energia, il 4 cilindri Bmw superava già i mille.
SICUREZZA E “POLITICA”
La realtà è che, per motivi di sicurezza (molti circuiti, per quanto migliorati, sono rimasti gli stessi) l'attuale potenza è adeguata per evitare di farsi male. E poi ci sono i motivi “politici” che consigliano cautela. Il fautore della filosofia di questo regolamento, seguito ed approvato dai costruttori fra i quali (con un eccellente lavoro) anche la Ferrari, è Jean Todt (il condottiero del Cavallino ai tempi dei trionfi di Schumi) che, come presidente della Federazione mondiale dell'auto, tiene moltissimo all'efficienza e alla sicurezza, cioè i temi richiesti dai governi di mezzo mondo e insegnati anche nelle scuole. I propulsori attuali dovrebbero durare fino al 2020 e non c'è alcuna ragione di pensare che strutture fenomenali come Ferrari e Renault non siano in grado di raggiungere e superare Mercedes senza un cambio di regole.
Confidando su questa stabilità (non si fanno investimenti milionari decisi dal board per un paio di stagioni) è inoltre tornata la Honda e proprio ora riprendono a girare voci che l'Audi sia vicina al grande passo (acquisendo addirittura la Red Bull che resterebbe come sponsor) e Renault potrebbe scendere di nuovo in pista con una monoposto tutta sua acquisendo la Force India in difficoltà economiche. Di nuovo quattro grandi costruttori per rispondere a quattro già impegnati a Le Mans (Audi, Nissan, Porsche e Toyota) con astronavi sì da ben oltre mille cavalli (Nissan ne ha dichiarati 1.250!), ma con grande recupero di energia e trazione 4x4. Come le migliori vetture stradali.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero