Volkswagen, ancora braccio di ferro: Piech: «Non voglio cacciare Winterkorn»

Da sinistra: Ferdinand Piech, Wolfgang Porsche e Martin Winterkorn
BERLINO - Che la guerra in casa Volkswagen non fosse finita era chiaro, ma nessuno a Berlino avrebbe contato su sviluppi veloci. Invece, stando a fonti ben informate citate dalla...

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BERLINO - Che la guerra in casa Volkswagen non fosse finita era chiaro, ma nessuno a Berlino avrebbe contato su sviluppi veloci. Invece, stando a fonti ben informate citate dalla Dpa, il presidente del Consiglio di Sorveglianza, Ferdinand Piech, avrebbe in questi giorni sondato il terreno per verificare la possibilità di una revoca a brevissimo giro del ceo Martin Winterkorn.


Circostanza poi smentita dallo stesso patriarca. Secondo l'agenzia tedesca, Piech starebbe tentando di arrivare a un licenziamento del top manager, addirittura prima della prossima assemblea generale del 5 maggio. E avrebbe già avanzato due possibili candidature, al suo posto: quella del capo di Porsche, Matthias Mueller, oppure il numero uno di Skoda, Vinfred Vahlans.

Le indiscrezioni circolate su diversi media tedeschi sono state però immediatamente smentite: «Ci siamo pronunciati la settimana scorsa e ci siamo accordati su un prosieguo della collaborazione. Non sto promuovendo la sostituzione di Winterkorn», ha detto Piech alla Bild. Risale in effetti a pochi giorni fa l'incontro a Salisburgo dei membri del consiglio, alla presenza dello stesso Winterkorn, dal quale è venuto fuori un comunicato che sembrava coprire le spalle al ceo, ribadendgoli fiducia piena e annunciando addirittura la proposta per una proroga del contratto, in scadenza nel 2016.

Un modo per rimediare allo strappo provocato dalle parole di Piech, che a Spiegel aveva rivelato di essere ormai «distante» dal manager, scatenando questo «terremoto». Quella esternazione, infatti, ha improvvisamente rotto gli equilibri nei vertici del colosso tedesco, che pur essendo in procinto di diventare il primo gruppo mondiale nella produzione auto ha difficoltà sul mercato europeo e statunitense.


Le parole di Piech erano state liquidate dalla famiglia Porsche (che insieme al presidente del consiglio di sorveglianza detiene il 53% delle azioni) come una «posizione personale non concoradata». Inoltre anche il governo della Bassa Sassonia, che ha una quota del 20% in Vw, ha espresso sostegno a Winterkorn, senza riserve. Le nuove manovre di Piech sarebbero arrivate in un incontro a Stoccarda con i Porsche. Il grande vecchio, che lascerà nel 2017, non si limiterebbe ad avere l'obiettivo di evitare che Winterkorn prenda il suo posto per quella data. Vorrebbe farlo fuori molto prima.


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Il Messaggero