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ROMA - La DS4 è il quarto modello di un marchio che, dopo DS3 Crossback, DS7 Crossback e DS9, rilancia ulteriormente l’ambizione dichiarata di essere il simbolo del premium francese su 4 ruote, sfidando i marchi tedeschi sul loro tradizionale terreno di caccia. Non è la prima volta che un brand transalpino ci prova e Béatrice Foucher, ceo di DS dal 2020, è consapevole che non sarà facile neppure stavolta. «Dobbiamo essere pazienti puntando a ciò che ci distingue in termini di stile e artigianalità, ma senza mai dimenticare la tecnologia e senza mai mentire. La nostra – afferma la manager francese – è una ricetta nuova e ci vorrà tempo per affermarla, almeno 10 o 20 anni per dire che il brand DS è davvero un successo». Sano senso della realtà espresso in occasione di un debutto che qualcuno potrebbe definire un ritorno, visto che una DS4 è già esistita, ma si trattava di una Citroën C4 geneticamente modificata mentre ora è una vettura completamente nuova.
La piattaforma infatti è la EMP2 già utilizzata su DS7 Crossback e DS9 e sulle Peugeot 508, 5008 e 3008, ma modificata per adattarsi alle esigenze della DS4 attraverso acciai più resistenti con parti stampate a caldo, tecniche di giunzione più moderne come i collanti e anche parti in materiale composito. I designer, lavorando a stretto contatto con gli ingegneri, hanno così potuto applicare i canoni stilistici del concept Sport Aero Lounge ottenendo una via di mezzo tra un crossover e un coupé di grande presenza. Gli elementi salienti sono le linee tese, i grandi passaruota e la nuova firma luminosa, costituita davanti da due zanne di luce da 98 led ciascuna e da lenti tagliate come i diamanti per le luci posteriori. La nuova DS4 è lunga 4,40 metri, alta 1,47 e larga 1,83, dunque si posiziona nel segmento C-Premium, ma non segue solchi già tracciati neppure per l’abitacolo. I rivestimenti sono in alluminio, legno di frassino e persino carbonio mentre i sedili a guscio, dotati di riscaldamento e funzione massaggio, sono rivestititi in Nappa e Alcantara cucite con il punto Guilloché Clous de Paris. La climatizzazione ha il filtro per il PM 2.5, le bocchette laterali integrate nelle portiere e quelle centrali nascoste nella plancia.
La strumentazione è digitale con head-up display da 21 pollici che proietta le informazioni come se fossero 4 metri di fronte al guidatore. Il sistema infotelematico Iris si aggiorna in remoto, permette di personalizzare le schermate trascinando le icone sullo schermo da 10 pollici e si comanda con la voce o sfiorando un display da 5 pollici che si trova sul tunnel a portata di dita. Le portiere hanno le maniglie a scomparsa e il bagagliaio ha una capienza di 430 litri. La sicurezza è affidata 5 sensori radar e ad una telecamera che istruiscono i sistemi di assistenza alla guida di livello 2 mentre di notte ci sono i fari a matrice di led, che permettono di vedere fino a 300 metri senza abbagliare, e il sistema di visione a raggi infrarossi che individua nel buio pedoni ed animali nel raggio di 200 metri. In manovra è d’aiuto il sistema di visione perimetrica a 4 telecamere, sui terreni scivolosi lo sono l’Advanced Traction Control e l’Hill Descent Control. Nuovi sono lo sterzo e le sospensioni, quest’ultime dotate di ammortizzatori a controllo elettronico che variano il grado di assorbimento leggendo il terreno attraverso la telecamera. I cerchi sono da 19 o 20 pollici con pneumatici di classe A come scorrevolezza e che hanno permesso di ridurre la massa di ogni ruota di 1,5 kg a tutto vantaggio di comfort, comportamento stradale ed efficienza. L’attenzione all’ambiente coinvolge anche altri aspetti.
Il 95% delle nuova DS4 è recuperabile ed è riciclabile il 85% delle sue parti, inoltre il 30% dei materiali è riciclato e rinnovabile, come il supporto della plancia, realizzato per il 20% in canapa, e altre parti non visibili come i pannelli insonorizzanti.
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Il Messaggero