Dazi auto, attesa per trimestrali Fca, Ford e Gm. Esordio per Manley

Mike Manley, nuovo ceo di Fca
NEW YORK - Le Tre Sorelle di Detroit alzano il velo sui conti e offrono un primo spaccato sull’effetto dazi. Fca, Ford e General Motors comunicano mercoledì la...

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NEW YORK - Le Tre Sorelle di Detroit alzano il velo sui conti e offrono un primo spaccato sull’effetto dazi. Fca, Ford e General Motors comunicano mercoledì la trimestrale e l’attenzione è alta, soprattutto su Fca all’esordio di Mike Manley. Un primo “assaggio” dell’impatto dei dazi lo ha offerto Harley-Davidson, già colpita dalla guerra avviata da Donald Trump: il marchio icona americano ha infatti rivisto al ribasso i propri target sul margine operativo, stimandolo quest’anno al 9-10%, in calo rispetto al 9,5-10,5% inizialmente previsto.


L’industria dell’auto americana è in pressing sulla Casa Bianca affinchè torni sui propri passi e decida di non procedere con i dazi sulle auto, che andrebbero a colpire 351 miliardi di dollari di veicoli e componenti che arrivano da fuori gli Stati Uniti. Sarebbero una «tassa per i consumatori» affermano le organizzazioni di settore commentando la minaccia del presidente americano di imporre dazi del 20% sulle auto importate. Il timore è che i dazi rallentino le vendite, già rese più costose dagli elevati tassi di interesse. «Se causeranno un rallentamento economico al quale si andrà ad aggiungere un aumento dei prezzi, l’impatto sul settore dell’ auto potrebbe essere devastante», affermano alcuni analisti. E in questo contesto preoccupa soprattutto l’effetto sul mercato del lavoro, con Gm che ha già ipotizzato una possibile riduzione dell’occupazione.

Secondo le stime di Bloomberg su dati Nomura, i dazi sull’acciaio e l’alluminio voluti da Trump “mangeranno” una buona fetta dei risparmi 2018 di Fca, Ford e Gm grazie al taglio delle tasse varato dall’amministrazione. L’attenzione per la trimestrale è alta soprattutto per Fca. Oltre all’attesa dei conti l’appuntamento apre ufficialmente l’era del dopo Sergio Marchionne sotto la guida di Manley. Grazie al successo della Jeep, di cui proprio Manley è architetto, le vendite di Fca nel secondo trimestre hanno registrato un aumento a due cifre. E i conti dovrebbero mostrare per la prima volta un debito zero per la società.


Guardando avanti i dazi sono però una delle maggiori incognite. Marchionne aveva rassicurato nei mesi scorsi, affermando di capire «politicamente» Trump. Secondo le stime di Evercore ISI i dazi avrebbero però un impatto forte su Fca: nel peggiore degli scenari, ovvero dazi americani all’import di auto al 25%, i profitti di Fca potrebbero ridursi fino a 743 milioni di euro, con l’impianto di Melfi particolarmente colpito. Con dazi al 20% per le auto prodotte nell’Unione Europea il colpo per Fca sarebbe fino a 526 milioni di euro: un conto quindi salato dovuto al fatto che Fca nel 2017 ha esportato negli Usa dall’Ue 136.827 veicoli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero