GENOVA - Chi ha inventato l’auto dice che l’auto del futuro sarà “Case” ovvero Connected, Autonomous, Shared, Electric. Ma in realtà parla...
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Questo non vuol dire solo che aggiorneremo le mappe del navigatore con un click, avremo oltre 100mila stazioni radio a portata di mano o notizie sul traffico, parcheggi e i prezzi del carburante alla pompa in tempo reale, ma che avremo servizi sempre più avanzati e sofisticati che cambieranno e amplieranno l’esperienza di utilizzo dell’automobile. Il contenitore – che, guarda caso, in inglese si dice “case” – per contenerli tutti a Stoccarda l’hanno chiamato “Mercedes me” e significa, prima di tutto, poter avere il controllo della propria vettura anche a distanza e un mezzo sempre in perfetta efficienza.
Grazie alla connessione permanente infatti, è possibile individuare prima i possibili guasti, chiamando in anticipo l’utilizzatore per dargli un appuntamento in officina, e tagliare su misura gli interventi ordinari in base all’effettivo utilizzo della vettura. I tagliandi periodici saranno un ricordo. Le auto connesse scambieranno informazioni tra di loro per dirsi dove ci sono incidenti e situazioni di pericolo. Mercedes Me promette non solo assistenza stradale e l’intervento automatico in caso di incidente – parlando italiano, ovunque esso accada – ma anche la gestione di tutti gli aspetti e un rapporto quasi personale con gli operatori del Centro Clienti, pronti a dispensare informazioni di ogni tipo del mondo Mercedes.
Rapporto che diventa quasi confidenziale con il servizio Concierge, accessibile anche attraverso app sul telefono. Basta superare l’imbarazzo iniziale e presto chiamerete per nome chi è pronto ad essere per voi un maggiordomo o un segretario, pronto a consigliare e prenotare per voi ristoranti, hotel, concerti, attrazioni turistiche e persino sapere che film c’è al cinema o dettare una lettera mentre siete al volante. Il viaggio nell’auto connessa è appena iniziato.
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Il Messaggero