Dagli States arrivano nuovi rumors: sarà a Detroit la sede di Fiat-Chrysler

Fiat e Chrysler presto diventeranno una sola azienda, lo vuole Marchionne ed anche il fondo Veba
ROMA - Fiat e Chrysler corrono verso la fusione e riemerge l’ipotesi che la sede del nuovo gigante possa essere in America. Se sul primo aspetto non ci sono dubbi (è solo una...

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ROMA - Fiat e Chrysler corrono verso la fusione e riemerge l’ipotesi che la sede del nuovo gigante possa essere in America. Se sul primo aspetto non ci sono dubbi (è solo una questione di tempo), al pari della quotazione a Wall Street, la scelta del quartier generale è solo un’ipotesi anche se molto fondata secondo Bloomberg che cita tre diverse fonti vicine al dossier.


Per il Lingotto l'argomento non è all'ordine del giorno. L’Agenzia specifica «che nessuna decisione definitiva è stata ancora presa e altre opzioni sono attualmente al vaglio». Il Lingotto, attraverso un portavoce, ha commentato: «Questo argomento, più volte trattato nell’ultimo anno dai media di tutto il mondo, non è all’ordine del giorno». Le due versioni, almeno in parte, coincidono e, soprattutto, sono in linea sul progetto strategico elaborato da Marchionne, l’artefice del matrimonio di Torino con Auburn Hills: prima la fusione, poi la quotazione, infine la scelta dell’head quarter che, per ammissione dello stesso super manager, potrebbe essere più di uno.

Partita la prduzione delle nuove Maserati. La notizia che genera sempre molto scalpore è in realtà nella logica delle cose poiché non si può escludere che la direzione delle operazioni sia nel cuore dell’area geografica che genera più fatturato e più profit. La cosa importante per il nostro paese è che, dopo il ritiro di Fabbrica Italia, Marchionne ed Elkann, con un approccio diverso rispetto al passato che prevede una comunicazione delle decisioni in modo progressivo, si sono impegnati a non chiudere nessuno dei cinque grandi stabilimenti di assemblaggio nella Penisola, nonostante l’apertura della fabbrica in Serbia (dove nascono le 500L) e quella di Grugliasco (produce le nuove Maserati) acquisita solo qualche anno fa.

Salvi tutti gli impianti italiani. Anche in questo caso la svolta voluta da Marchionne, che prevede di uscire dal mercato più generalista per concentrarsi maggiormente verso l’alto di gamma e la parte premium dei vari segmenti, sembra funzionare. La Quattroporte del Tridente ha già raccolto oltre seimila ordini e la più compatta Ghibli svelata a Shanghai ha ricevuto molti apprezzamenti. Dopo il successo della 500 classica in Nord America (nel 2012 ha superato l’ambizioso target di vendita che era stato inizialmente fissato), nelle scorse settimane è partita la prima nave dal Montenegro diretta a Baltimora con a bordo le 500L.


Tutte le 500 saranno prodotte in Polonia. A Pomigliano si fa la Panda (il modello Fiat più gettonato) che nell’ultimoperiodo ha visto crescere gli ordini, il programma di Melfi è stato definito nei dettagli (dal prossimo anno farà i crossover per i marchi Fiat e Jeep) e quelli di Mirafiori e Cassino dovrebbero essere annunciati entro il 2013. Marchionne sembra voler mantenere anche la promessa fatta a Tychy quando ha riportato in Italia la Panda: il nuovo modello per l’impianto polacco sarà la futura generazione di 500 per l’America ora prodotta in Messico. «Le indiscrezioni sulla sede confermano i nostri timori», ha commentato la Fiom, mentre Centrella della Ugl ha dichiarato: «Fondamentale è che in Italia restino gli stabilimenti e quindi i lavoratori». Giorgio Ursicino Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero