Colonnine elettriche, “solo” 100mila punti ricarica in Europa. Costruttori auto: «Ne servono due milioni»

Una colonnina di ricarica
BRUXELLES - «Gli obiettivi per le emissioni di CO2 proposti da alcuni eurodeputati sono semplicemente irraggiungibili» e devono essere «adattati» alla...

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BRUXELLES - «Gli obiettivi per le emissioni di CO2 proposti da alcuni eurodeputati sono semplicemente irraggiungibili» e devono essere «adattati» alla situazione reale del mercato delle auto elettriche in Ue. È l’avvertimento lanciato dall’Associazione europea dei costruttori di automobili ( Acea) a pochi giorni dal voto del Parlamento europeo - previsto il 10 luglio - sui futuri limiti delle emissioni per le automobili e i veicoli commerciali furgoni, che la Commissione europea vorrebbe ridurre del 30% e l’Europarlamento del 50%.


Secondo un nuovo studio diffuso da Acea, sono circa 100.000 i punti di ricarica per veicoli elettrici attualmente presenti nell’Ue, concentrati «per il 76% in soli quattro paesi (Paesi Bassi, Germania, Francia e il Regno Unito)». Seguendo la linea della Commissione Ue - sostengono i costruttori europei - ne sarebbero necessari almeno 2 milioni entro il 2025, mentre la proposta del Parlamento ne prevede 8,4 milioni nei prossimi 12 anni.

«Gli eurodeputati devono essere consapevoli che senza l’azione radicale degli Stati membri, questo semplicemente non accadrà», ha detto il segretario generale Acea, Erik Jonnaert. «Le future riduzioni di CO2 dipendono dalle maggiori vendite di veicoli elettrici, e le maggiori vendite di veicoli elettrici dipendono da una fitta rete di infrastrutture di ricarica. La legislazione sulla CO2 deve quindi creare il collegamento tra questi due elementi», conclude Jonnaert. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero