ROMA – “The show must go on” (lo spettacolo deve continuare”), ma anche per la Formula E diventa sempre più difficile portarlo avanti. Il circuito...
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Con una nota, la Formula E ha informato che la decisione è motivata da ragioni di salute e sicurezza che riguardano gli spettatori, i partecipanti al campionato ed il personale coinvolto. Perché anche in Indonesia, dove la rassegna a zero emissioni sarebbe sbarcata per la prima volta, si sta diffondendo il Coronavirus. La decisione è stata adottata in accordo con le autorità locali, il comitato organizzatore e la federazione indonesiana.
La sesta stagione, la più affollata della giovane storia della competizione con 12 scuderie e 24 macchine al via, è stata “azzoppata” dall'infezione. Delle 14 gare in calendario, 5 sono state disputate e altre 6 sono rimaste in piedi. Tre sono già state “sospese”, ma anche quelle di Parigi (18 aprile) e Seul (3 maggio) non sono al riparo da rischi. Il cofondatore della Formula E, Antonio Longo, ha spiegato che sono in corso valutazioni per limitare l'impatto del Coronavirus sulla rassegna.
Tra le ipotesi prese in considerazioni per mantenere il maggior numero possibile di ePrix ci sono quelle dell'inserimento di ePrix a porte chiuse, l'impiego di strutture stabili (quindi circuiti: si era parlato di Valencia) e di una o più gare “doppie”. Se per il 21 giugno la Germania venisse considerata una zona sicura, Berlino potrebbe essere una candidata autorevole, visto che la prova si disputa sulla pista del glorioso aeroporto di Tempelhof, quindi senza impatto sulla mobilità della metropoli tedesca, e visto che già in passato aveva ospitato un doppio ePrix. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero