ROMA - Il mercato italiano dell'auto continua a crescere e registra a novembre un incremento del 5%, più basso rispetto al mese di ottobre quando aveva segnato un +9,2%. Fiat...
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All'associazione dirigenti Fiat, che compie 40 anni, John Elkann ricorda gli eventi del 2014: «la quotazione a Wall Street - dice - rappresenta uno dei piu grandi giorni della mia vita professionale». Prosegue tra i brand del gruppo il «forte trend di crescita» di Jeep con oltre 1.600 immatricolazioni a novembre in Italia (+245,5%) e il Renegade nella top 5 del suo segmento. Panda e 500 insieme sono al 58,4% di quota nel segmento A, 500L al 51,7% nel suo segmento, mentre Punto e Ypsilon sono le vetture più vendute del segmento B rispettivamente con il 17,3 e il 13,3%.
A Piazza Affari il titolo Fca è tra i pochi a chiudere con un segno positivo (+1,69%) grazie alle vendite in Italia ma anche a un report di Fitch sul settore auto in Europa. A novembre - secondo i dati del ministero dei Trasporti - sono state immatricolate 107.965 vetture, con un incremento del 5% circa sullo stesso mese dello scorso anno. Negli undici mesi 2014 le immatricolazioni sono 1.267.517, il 4,3% in più dello stesso periodo 2013. L'anno - secondo le stime degli operatori - dovrebbe chiudere intorno a 1.355.000 auto vendute, intorno al 4% in più rispetto al 2013.
«Un segnale moderatamente positivo», commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor che ipotizza «una moderata accelerazione anche nel 2015». L'Anfia ricorda che «i volumi 2014 non sono distanti da quelli del 1979 (1.397.0391 unità), ovvero di 35 anni fa» e osserva che «un contributo alla piccola ripresa dei consumi potrebbe derivare anche dalla diminuzione dei prezzi dei carburanti». L'Unrae, l'associazione delle case estere, ribadisce l'esigenza di un sostegno ai «timidi segnali di ripresa» e rilancia la sua proposta di consentire alle famiglie di detrarre i costi dell'auto dalla dichiarazione dei redditi. Anche Federauto chiede risposte concrete al governo e ricorda che le concessionarie nei primi 10 mesi del 2014 hanno dovuto ricorrere agli ammortizzatori sociali per un totale di 20.760.000 ore.
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Il Messaggero