OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Il maggiore utilizzo del lavoro e dello studio a distanza, legati alla pandemia, lasciano intravedere una diminuzione degli spostamenti di studenti e occupati: oltre l’80% di questi si spostava almeno 5 volte a settimana prima della pandemia, meno del 70% prevedono di farlo con la stessa frequenza nel prossimo autunno. È quanto emerge dall’Indagine dell’Istat su ‘La mobilità degli italiani, le intenzioni per il prossimo autunnò. Aumenta in particolare l’uso dell’automobile privata, che dal 44,1% arriverà a coprire quasi la metà degli spostamenti nel prossimo autunno. Cala invece il ricorso ai mezzi pubblici.
I risultati dell’indagine prefigurano un cambiamento importante nella frequenza degli spostamenti per i prossimi mesi di settembre-ottobre rispetto a quanto avveniva prima della pandemia, evidenzia l’Istat. Diminuisce la quota di intervistati che prevede di raggiungere il luogo di studio o lavoro almeno 5 volte a settimana (68,1%); cresce invece, arrivando al 10,3%, la quota di rispondenti che reputano di non effettuare affatto spostamenti in autunno. Infine, circa il 2% degli intervistati, una piccola quota ma notevolmente più elevata rispetto a gennaio 2020, si aspetta di recarsi sul luogo di studio o lavoro meno di una volta a settimana.
Peraltro, come visto in precedenza - spiega l’Istat -, la più bassa diffusione dei cambiamenti nella modalità di trasporto si associa a una sostanziale uniformità del tipo di cambiamento, ossia lo spostamento dal mezzo pubblico all’automobile. Anche tra coloro che non sono occupati o studenti diminuirà il ricorso al trasporto pubblico, evidenzia l’indagine. La maggioranza degli intervistati (oltre il 55%) non utilizzava già prima e continuerà a non utilizzare nel prossimo futuro il trasporto pubblico; un quarto lo utilizzerà come in precedenza. Solo una ristretta minoranza (vicina al 2%) ritiene che lo utilizzerà di più mentre il 17,6% lo farà con minor frequenza. Anche in questo caso, emerge complessivamente una propensione a un minore ricorso al trasporto pubblico. I tre quarti di coloro che prevedono di spostarsi meno con i mezzi pubblici citano il Covid come motivazione, esclusiva o in associazione con altre cause. Inoltre, in quattro casi su cinque non ci saranno variazioni sull’uso dell’ auto, mentre nei restanti prevalgono leggermente coloro che lo utilizzeranno con minore frequenza rispetto a quelli che invece prevedono di incrementarne l’utilizzo. Tra questi ultimi, oltre la metà cita il Covid come una causa esclusiva o connessa ad altre ragioni per il cambiamento previsto.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero