Superleggera Concept, una Mini da sballo: fascino inglese, eleganza italiana

La Mini Superleggera Vision Concept a Villa d'Este
CERNOBBIO - Nella sua qualità di organizzatore del Concorso d'Eleganza di Villa d'Este, il Gruppo BMW ha voluto regalare una ghiotta sorpresa alla folta schiera di...

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CERNOBBIO - Nella sua qualità di organizzatore del Concorso d'Eleganza di Villa d'Este, il Gruppo BMW ha voluto regalare una ghiotta sorpresa alla folta schiera di appassionati che durante la due giorni della prestigiosa e raffinata manifestazione dedicata alla bellezza dell'automobile hanno affollato dapprima lo spettacolare parco del famoso hotel nel quale il Concorso è nato 85 anni fa, e successivamente quello quasi altrettanto affascinate della contigua Villa Erba, sede dell'evento conclusivo aperto al pubblico pagante.



La sorpresa ha avuto le fattezze di una piccola e intrigante concept car nella quale sono confluiti il gusto e l'artigianalità impareggiabili della grande scuola dei carrozzieri italiani e la britishness disinvolta e sbarazzina del marchio Mini, i cui inconfondibili stilemi si sono ritrovati in numerosi dettagli estetici della vettura, dai fari rotondi ai rinforzi tubolari a vista all'interno delle portiere. «La Mini Superleggera Vision - sottolinea Adrian van Hooydonk, vicepresidente responsabile del design del gruppo BMW - è una piccola roadster inglese influenzata dallo stile italiano e impreziosita dalla manualità dei grandi artigiani».

La forme lineari ed essenziali che hanno caratterizzato fin dall'inizio la storia del marchio britannico oggi inserito nel gruppo BMW si ritrovano per intero in questa roadster a due posti di taglia extra small priva di tetto e ricca di fascino, punto d'incontro tra la tradizione della Touring Superleggera, la celebre carrozzeria milanese che ha vestito alcune delle più belle Alfa Romeo di sempre, contribuendo non poco a scrivere la leggenda del Biscione, e le tecnologie più evolute rappresentate dall'ampio ricorso ai materiali leggeri e dalla motorizzazione elettrica, sulla quale peraltro non sono stati diffusi dettagli tecnici. Un ponte tra passato e futuro, in piena sintonia con la filosofia del Concorso.

L'abilità dei maestri carrozzieri si ritrova per intero nella costruzione artigianale della piccola e agile due posti, realizzata a mano per ottenere forme e proporzioni fuori dalla portata delle moderne metodologie di produzione altamente automatizzata. «Mini e Touring sono accomunate dall'idea che le proporzioni racchiudano l'essenza della bellezza e condividono i medesimi valori di essenzialità e innovazione», ha detto Louis de Fabribeckers, responsabile del design dell'azienda italiana.


Entrambi questi concetti si ritrovano nell'abitacolo, contraddistinto da due comode e avvolgenti poltrone e da un'architettura che nulla concede al superfluo. La plancia è pulita, assolutamente sgombra, davanti al guidatore non esiste nessuno strumento. Tutte le informazioni e le funzioni sono affidate al grande display centrale che ricorda - in una rivisitazione futuristica e completamente digitale - il grande strumento centrale rotondo che è uno degli irrinunciabili segni caratteristici della Mini. Difficilmente questa show car avrà un futuro di serie, ma molti dei suoi tocchi di originali potrebbero fornire degli spunti preziosi per i modelli prossimi venturi del marchio britannico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero