Mobilità, oltre 60% italiani sceglie l’auto per gli spostamenti quotidiani. Lo dice il Rapporto Censis-Michelin

Mobilità, oltre 60% italiani sceglie l’auto per gli spostamenti quotidiani. Lo dice il Rapporto Censis-Michelin
ROMA - Per la mobilità di tutti i giorni si sceglie l’ auto. Aumentano i lunghi spostamenti e quelli per il tempo libero. È quanto emerge dal Rapporto...

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ROMA - Per la mobilità di tutti i giorni si sceglie l’ auto. Aumentano i lunghi spostamenti e quelli per il tempo libero. È quanto emerge dal Rapporto Censis-Michelin sulla mobilità degli italiani presentato oggi a Roma che fotografa la situazione del 2016. Cresce la percentuale degli italiani che amano l’automobile. Più di 6 su dieci (il 65,4%) la usa (nel 2001 era il 57,4%): in totale, oggi, sono in 27 milioni. Nel lungo periodo si riduce il ricorso al trasporto pubblico: il 4,4% degli italiani lo usa (1,8 milioni di persone nel giorno feriale medio), con un dato in calo del -20,3 dal 2001. Diminuisce anche l’uso della moto (-45,7%, la usano in 1,2 milioni di italiani), della bicicletta (-10,4%, la usano in 1,4 milioni di persone) e di chi si muove a piedi (-23,6%, cioè 7,1 milioni).


Un pendolare in Italia fa circa 28,8 km al giorno (nel 2001 erano 27) impiegando 57,5 minuti (nel 2001 erano 59,2). Chi percorre le maggiori distanze sono le donne e gli anziani, i residenti del Nordovest del Paese e quelli dei piccoli Comuni. Sono 11,4 milioni gli italiani che nel giorno feriale fanno meno di 2 km (4 milioni in meno rispetto al 2001). Chi invece ne fa più di 50 è in aumento: sono 1,2 milioni (500mila in più del 2001). In aumento di 2,9 milioni gli italiani che percorrono tra 10 e 50 km e di 2 milioni quelli che percorrono tra i 2 e i 10 km. Cresce la mobilità per il tempo libero (è il 34,8% degli spostamenti, con un dato del 2,1% in più rispetto al 2008).

Il 36,7% è, invece, la quota degli spostamenti per studio o lavoro. «L’ auto è il mezzo di elezione del forte soggettivismo degli italiani. Ci sono ragioni strutturali: aumentano le residenze nelle prime e seconde cinture dei grandi centri urbani. Crescono gli spostamenti per il tempo libero. Dunque, c’è meno abitudinarietà», commenta Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero