L'auto in città? Più condivisa e connessa: cresce l'interesse per il car sharing

Una delle Fiat 500 del car sharing Enjoy di Eni che opera a Roma, Milano e Firenze
Per anni e anni non cambia nulla, e sembra che per molti anni ancora nulla possa cambiare. Poi, più o meno all’improvviso, la novità arriva e magari ci si chiede come mai...

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Per anni e anni non cambia nulla, e sembra che per molti anni ancora nulla possa cambiare. Poi, più o meno all’improvviso, la novità arriva e magari ci si chiede come mai nessuno ci avesse pensato prima.


È quel che sta accadendo alla mobilità nelle grandi città italiane, con il car sharing. In realtà il tema è da tempo al centro dell’attenzione di coloro che si interrogano sul futuro dell’auto, e dunque in questo senso non si può definire nuovo; ma fino a non moltissimi mesi fa si trattava di una realtà di nicchia. Ora il fenomeno, partito del tutto in sordina, anche da noi sta raggiungendo numeri significativi. I due principali attori, Car2go e Enjoy, possono vantare circa 150 mila iscritti ciascuno, concentrati a Roma e Milano e in misura minore a Firenze. Le vetture messe a disposizione da Car2go, una società della Daimler, sono 1.400, quelle di Enjoy, creata dall’Eni, circa 1.300. Insomma, è qualcosa che sta iniziando a cambiare le abitudini degli italiani, che in passato sono sempre apparsi poco propensi a rinunciare all’uso della macchina privata.

Facile utilizzo. Una delle ragioni alla base del successo di questa nuova forma di noleggio è certamente la semplicità di utilizzo. L’auto può essere prenotata ma anche semplicemente “presa al volo” in strada, e poi lasciata con altrettanta flessibilità, anche grazie alla possibilità di parcheggiare gratuitamente nelle aree con strisce blu. Le app (o in alternativa il servizio clienti) permettono di localizzare le vetture disponibili che possono essere poi aperte a seconda dei casi o con la stessa app (Enjoy) o con la card dei soci (Car2go).

La diffusione delle tecnologie della comunicazione ha reso possibile qualcosa che fino a pochi anni fa sarebbe stato difficilmente immaginabile; probabilmente ha influito anche il contesto di recessione, che rende gli italiani meno entusiasti di sostenere tutti i costi legati al possesso di un’auto. Di fatto, il car sharing può rappresentare una soluzione di compromesso tra l’utilizzo dell’auto privata e quello dei mezzi pubblici, visto che si presta ad essere complementare con questi ultimi: l’utente arriva in metro o in autobus fin dove è possibile e poi si serve della vettura condivisa. Sono stati anche conclusi accordi con Trenitalia e Ntv per un utilizzo complementare con il treno: arrivati in stazione i viaggiatori possono passare all’auto “condivisa” usufruendo di procedure ancora più rapide e di tariffe scontate.

A Roma, la durata media dei noleggi con Car2go è di circa 20-40 minuti e gli spostamenti avvengono in uno spazio compreso tra i 5 e i 15 chilometri. Anche questi dati confermano che la flessibilità è uno degli elementi più attrattivi della nuova formula, che viene preferita in particolare da un’utenza giovane: quella dotata magari di una certa sensibilità ambientale, e che comunque di fronte alla prospettiva di risparmio offerta dal car sharing si scopre, rispetto alla generazione precedente, meno affezionata all’idea dell’auto di proprietà a tutti i costi. All’interno delle famiglie poi, il nuovo modello di trasporto può rappresentare una valida alternativa alla seconda o alla terza auto.

L’elemento prezzo anche nel prossimo futuro sarà quello decisivo. Oggi, a parte alcune differenze nelle formule di pagamento, le tariffe oscillano tra i 25 e i 30 centesimi al minuto. L’incremento della clientela, che sta raggiungendo una massa critica significativa, e la concorrenza tra i diversi operatori possono dare un’ulteriore spinta verso il basso. Altri soggetti entrano sul mercato, come Twist che ha debuttato la settimana scorsa a Milano.


A Roma invece lo sbarco di Car2go e Enjoy ha evidenziato i limiti del servizio offerto dal Comune, che era nato già nel 2005 ma ha poi operato in modo abbastanza anonimo, penalizzato da modalità di utilizzo meno elastiche e da un numero insufficiente di vetture. Su un altro versante si colloca Bla Bla car, servizio del tutto diverso che non dispone di proprie vetture ma mette in contatto automobilisti interessati a dividere le spese di viaggio (tendenzialmente per percorsi lunghi) e persone che stanno cercando un passaggio. La piattaforma on line suggerisce il prezzo adeguato in base al chilometraggio. Dal car sharing al ride sharing insomma, cresce la voglia di vivere l’auto in modo diverso.

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Il Messaggero