Cambia marcia il carpooling aziendale: Jojob boom (+70%) nel primo semestre

Una schermata del portale di Jojob
MILANO - Jojob. Ovvero, come vincere con la creatività tutta italiana la sfida impossibile con un colosso globale del web. Ma anche la dimostrazione di quante...

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MILANO - Jojob. Ovvero, come vincere con la creatività tutta italiana la sfida impossibile con un colosso globale del web. Ma anche la dimostrazione di quante opportunità di business si aprano, anche nel nostro Paese, nel mondo dei servizi di mobilità che secondo molti analisti saranno decisivi per il futuro della stessa industria automobilistica.


A dimostrarlo con i fatti è Gerard Albertengo, torinese, fondatore e presidente di Bringme, nata nel 2011 – quando Bla Bla Car non era ancora presente in Italia – per offrire servizi di condivisione dell'auto, arrivando nell'arco di due anni a contare 17.000 iscritti. Il successivo sbarco del colosso mondiale del carpooling sembrò segnare l'inizio di una battaglia perduta in partenza. Arrendersi? «Niente affatto – racconta Albertengo – perché se non c'era confronto per quanto riguarda le lunghe percorrenze, noi sapevamo gestire meglio il traffico più legato al pendolarismo».

Due anni di studio per mettere a punto il sistema, trovando due aziende interessate a testarlo, prima di avviare – nel marzo 2015 – la commercializzazione di Jojob, servizio di carpoling aziendale costituito da una piattaforma web (www.jojob.it) e da un'applicazione mobile che consente a ogni utente registrato, di visualizzare su una mappa la posizione di partenza dei colleghi o dei dipendenti (registrati) di altre aziende limitrofe per mettersi in contatto e programmare la condivisione dell'auto nel percorso casa-lavoro e viceversa.

I risultati non si sono fatti attendere: già nel primo anno 29 grandi aziende (da Ferragamo ad Amazon, da Ferrero a Luxottica, da Lavazza a Italdesign, da Cnh Industrial a Ducati) avevano acquistato i servizi di Jojob, che garantisce un'accurata analisi delle esigenze dell'azienda, delle sue varie sedi e dei dipendenti per offrire soluzioni su misura, capaci di consentire importanti risparmi sia dal punto di vista economico, sia da quello ecologico, entrambi fedelmente certificati tramite l'app che controlla in tempo reale tutte le fasi del processo al quale – ricorda ancora il creatore di Jojob – «aderisce in media il 35% dei dipendenti del nostri clienti, contro il 7-8% che si registra all'estero».

Il bilancio del primo semestre del 2017 è più che esplicito: i 18.391 viaggi effettuati con il carpooling aziendale hanno consentito di risparmiare complessivamente 762.878,27 km, liberando nell'atmosfera 99 tonnellate di CO2 in meno. Questi dati – fedelmente registrati dall'applicazione mobile, indicano per tutti i parametri una crescita del 70% rispetto al semestre precedente, mentre le aziende aderenti sono diventate 1.600, per un totale di 120.000 dipendenti (il 33% in più del 2016) i quali – nel caso del trasferimento in pool di 4 persone – sono messi in condizione di risparmiare 1.200 euro all'anno rispetto all'uso singolo della propria auto per raggiungere il posto di lavoro.

La fotografia del carpooling aziendale presentata dal Jojob scende anche in dettagli più specifici che permettono di tracciare un identikit degli utilizzatori: a condividere l'auto sono soprattutto i dipendenti più giovani (nel 45% dei casi hanno fra i 30 e i 35 anni, ai quali si aggiunge un altro 10% tra i 25 e i 30), con una percorrenza media di 18 km al giorno e un “riempimento” medio di 2,5 persone per vettura, e i 2.300 passeggeri trasportati settimanalmente rappresentano più o meno altrettante vetture che rimangono a casa. Il consuntivo del primo semestre segnala anche un aumento dell'utenza femminile, pari al 44% contro il 41% del 2016.

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Il Messaggero