Calearo, dalla Formula 1 alla guida autonoma fino allo spazio: la connettività è Made in Italy

L'antenna Calearo Shark tricolore
VICENZA - È un'eccellenza italiana che quasi non si vede. Eppure è fondamentale, soprattutto nel futuro delle auto sempre più connesse. È un...

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VICENZA - È un'eccellenza italiana che quasi non si vede. Eppure è fondamentale, soprattutto nel futuro delle auto sempre più connesse. È un “Made in Italy” montato ad esempio sulle auto del gruppo FCA, del gruppo Volkswagen, da Seat a Lamborghini e Bentley per capirci, di Groupe PSA e dell'Alleanza Renault Nissan.



Con 600 dipendenti, un terzo dei quali nel quartier generale di Vicenza, siti produttivi in Italia, Slovacchia, Argentina, Tunisia, Corea del Sud e Cina e uffici commerciali in Germania e negli Stati Uniti, Antenne Calearo è una realtà importante. L'export vale oltre due terzi del fatturato, stimato in 81,5 milioni di euro per il 2016. Grazie a lavoro del Centro Ricerca Calearo che occupa un cinquantina di persone, la società è all'avanguardia tanto che dall'anno prossimo la stragrande maggioranza delle nuove Audi monteranno i suoi sistemi di ricezione.


Anche le monoposto di Formula 1 hanno adottato le antenne dell'impresa familiare, fondata nel 1957 da Alessio Calearo e Lucia Ciman. Con Massimo Calearo Ciman alla guida, l'azienda si appresta a festeggiare i primi sessant'anni. Partner anche di enti spaziali (è presente in quattro progetti finanziati dell'ESA), con le sue antenne, Calearo garantisce la piena connettività delle auto: la guida autonoma dipende anche da questi sistemi.


Nel 2014 e nel 2015 al Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas un costruttore tedesco ha esibito un avveniristico modello equipaggiato con sistemi di autonomous driving supportati da sistemi realizzati da Calearo. In molti paesi le antenne italiane sono state adottate anche sui mezzi assegnati alle Forze dell'Ordine, dove sono perfino camuffati. Sulle vetture più sportive, anche italiane, sono invece particolarmente aerodinamici. L'antenna, insomma, è ben più che una semplice asta di ferro. È un concentrato di tecnologia dal quale passano le informazioni che dovranno servire per gestire il traffico generato da due miliardi di auto, cioè quante ne sono previste su strada entro il 2035.


Le attività della società sono suddivise in tre grandi aree: Autoriginal Equipment (equipaggiamenti per il primo impianto con antenne esterne o integrate), Automotive Aftermarket non solo per auto e veicoli commerciali, industriali, autobus, macchina agricole ma anche per la nautica, e Calearo S, cioè le dotazioni speciali, il fiore all'occhiello dell'azienda specializzato nella progettazione e nella produzione di soluzioni avanzate per le telecomunicazioni.

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Il Messaggero