MILANO - Automobile e mobile: a parte la desinenza comune, sembrano due mondi lontanissimi, difficilmente conciliabili. Ad avvicinarli, creando sorprendenti sinergie, ha pensato...
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Protagonisti dell'impensabile liaison sono Citroën Italia e l'architetto Mario Bellini, noto esponente del design industriale nonché vincitore di 8 Compassi d'Oro, che ha uno dei suoi punti di forza nella progettazione delle sedute e che ha progettato l'allestimento milanese ispirato ai principi di creatività, originalità, spirito d'avventura e invito al relax che sono propri del marchio francese. L'incontro quasi casuale tra l'architetto e Angelo Simone, direttore del marchio Citroën, ha confortato la convinzione di Bellini, secondo il quale «il design è contagioso».
Nel caso specifico, il portatore sano del contagio si chiama Airbump, ed è l'originale rivestimento plastico bugnato che protegge dai piccoli urti e dalle abrasioni le fiancate della Citroën Cactus. L'idea di trasferire le capsule ad aria compressa in un'applicazione più congeniale all'attività di Bellini è sorta spontanea, e nello spazio di via Tortona 20 pervaso da un'atmosfera bucolica e rilassante è stata presentata in anteprima mondiale la Cactus Chair.
Affiancata da due modelli emblematici del marchio, l'elettrica E-Mehari by Courregès vista all'ultimo Salone di Ginevra e la C4 Cactus nell'elegante versione W dalla livrea monocolore bianca, è stata così svelata la prima sedia stampata in plastica comoda come una più tradizionale sedia imbottita. Una novità assoluta esposta anche – durante la Design Week – nell'ambito della rassegna Tribute to Domus organizzata in piazza del Duomo per celebrare il millesimo numero della prestigiosa rivista di arredamento.
La geniale semplicità dell'idea non significa però che la Cactus Chair si pronta per entrare nelle nostre case. Sono in corso le prove tecniche necessarie per adattare al meglio una tecnologia nata per scopi e situazioni profondamente diversi. «L'Airbump così com'è – spiega l'architetto Bellini - è ideale per proteggere la vettura dagli urti, meno per le forme del corpo umano. Così ne ho modificato le dimensioni per ottenere una morbidezza e un punto di contatto ideale in funzione della statura di chi si siede. In quel momento l’Airbump ha assunto una forma più organica e ha “preso vita”, modificandosi da solo e generando la struttura in grado di sorreggere la seduta e lo schienale».
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Il Messaggero