Bruxelles conferma la tolleranza zero, in arrivo nuove regole sulle emissioni

Bruxelles conferma la tolleranza zero, in arrivo nuove regole sulle emissioni
BRUXELLES - Messa di fronte allo scandalo Volkswagen, la Commissione Europea è pronta a rivedere il sistema delle omologazioni nazionali e intende sbloccare al più presto lo...

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BRUXELLES - Messa di fronte allo scandalo Volkswagen, la Commissione Europea è pronta a rivedere il sistema delle omologazioni nazionali e intende sbloccare al più presto lo stallo tra i governi sulle nuove norme europee sulle emissioni, che dovrebbero entrare definitivamente in vigore nel 2017. «Il nostro messaggio è chiaro: tolleranza zero per le frodi e rispetto severo delle regole Ue.

Abbiamo bisogno di piena trasparenza e di test rigorosi sulle emissioni inquinanti», ha detto ieri la commissaria responsabile dell'Industria, Elzbieta Bienkowska. Senza poteri di inchiesta nel settore dell'auto, l'esecutivo comunitario ha chiesto a tutti gli Stati membri di condurre «indagini a livello nazionale» e offerto la sua collaborazione nello scambio di informazioni. L'obiettivo è di avere «il quadro completo» di quanti veicoli omologati nell'Ue siano stati dotati di «dispositivi ingannevoli» vietati dalla regolazione europea, dopo che Volkswagen ha rivelato che il trucco scoperto dalle autorità americane è stato usato anche in Europa.
I software ingannevoli sono vietati dalla legislazione europea: secondo fonti comunitarie, nel caso in cui dovessero emergere delle complicità da parte delle autorità di omologazione nazionali, la Commissione potrebbe aprire una procedura di infrazione nei confronti della Germania. Ma, per ora, l'ipotesi è giudicata «improbabile».

IL PROSSIMO VERTICE
Il caso Volkswagen dovrebbe essere all'ordine del giorno della prossima riunione dei ministri dell'Industria dell'Ue (il Consiglio Competitività) del 1° ottobre. Nei giorni successivi, la Commissione organizzerà anche una riunione delle autorità nazionali di omologazione. «Prendiamo la cosa molto seriamente: dobbiamo essere certi che l'industria automobilistica rispetti i limiti delle emissioni», spiega un'altra fonte comunitaria. Per ora, però, i test sulle auto «sono affidate alle autorità nazionali». E' sufficiente che un veicolo sia approvato in uno Stato membro affinché venga convalidato in tutta l'Ue. Al fine di evitare rischi di complicità o favoritismi, l'esecutivo comunitario è disponibile a rivedere il sistema di omologazione per centralizzarlo a livello europeo.

Tra le carenze individuate dai tecnici della Commissione c'è una differenza maggiore rispetto a quanto accade negli Usa: mentre in Europa le verifiche sulle auto dopo la loro omologazione vengono effettuate dalle case automobilistiche, in America sono le autorità pubbliche a condurre i test ex post.


Nell'immediato, la prima mossa per rispondere allo scandalo Volkswagen riguarderà le nuove procedure per testare le auto. «A partire dal 2016, si inizieranno a misurare le emissioni non in laboratorio, ma in condizioni di guida reali«, spiega la seconda fonte. Commissione e Stati membri, invece, devono ancora approvare i nuovi limiti sulle emissioni che dovrebbero entrare in vigore nel 2017 sulla base dei risultati dei test in condizioni reali. Bienkowska ha ricordato che non c'è ancora accordo in caso di divergenza maggiore tra i risultati dei test in laboratorio e quelli reali. Il timore è che la lobby dei costruttori tedeschi torni a farsi sentire. In passato, durante i negoziati sui limiti alle emissioni, la Germania è riuscita ad ottenere importanti concessioni per le sue case automobilistiche con motori più potenti e inquinanti di quelli dei costruttori di altri paesi. Con una proporzione più alta di veicoli diesel - 50% in Europa contro l'1% negli Stati Uniti - il risultato è che oggi «l'Europa è potenzialmente più esposta» dal punto di vista ambientale allo scandalo Volkswagen, osserva la seconda fonte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero