Brexit, Anfia: Italia può attrarre investimenti nell'automotive. Molte aziende si accingono a lasciare Regno Unito

Una fabbrica d auto in Italia
ROMA - «Nel nuovo scenario che si sta profilando, pensando alle molte aziende che si accingono a lasciare il Regno Unito, l'Italia può giocare un ruolo chiave...

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ROMA - «Nel nuovo scenario che si sta profilando, pensando alle molte aziende che si accingono a lasciare il Regno Unito, l'Italia può giocare un ruolo chiave nell'attrazione di investimenti sul territorio». Lo afferma Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia, dopo l'uscita ufficiale del Regno Unito dalla Ue.


«L'insieme delle misure nazionali di supporto agli investimenti e quelle previste per il Mezzogiorno, coniugate con le misure europee di coesione per le regioni meno sviluppate e in transizione - spiega Scudieri - offrono un'attrattività di investimento che non ha nulla da invidiare agli altri Paesi europei. Per valorizzare appieno quest'occasione, è opportuno mettere in campo, nell'attuale momento storico di transizione per il settore automotive, una politica industriale strutturata, che oltre ad agevolare l'insediamento di nuove realtà produttive, punti a consolidarne la presenza nel tessuto industriale nazionale».

Scudieri ricorda che «in ambito automotive, il Regno Unito è al terzo posto come Paese di destinazione dell'export della componentistica italiana, per un valore di 1,74 miliardi di euro nel 2018 (+16% rispetto al 2017) e con un saldo positivo di 1,38 miliardi, il più alto tra tutti i mercati di destinazione».

L'Anfia auspica che «dalla prossima negoziazione dei nuovi parametri delle relazioni future sul commercio, emergano condizioni favorevoli all'interscambio delle merci, anche sul fronte doganale e ritiene essenziale anche che le omologazioni degli autoveicoli in Uk rimangano allineate all'omologazione Ue del veicolo completo».    Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero