ROMA - «Nel nuovo scenario che si sta profilando, pensando alle molte aziende che si accingono a lasciare il Regno Unito, l'Italia può giocare un ruolo chiave...
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«L'insieme delle misure nazionali di supporto agli investimenti e quelle previste per il Mezzogiorno, coniugate con le misure europee di coesione per le regioni meno sviluppate e in transizione - spiega Scudieri - offrono un'attrattività di investimento che non ha nulla da invidiare agli altri Paesi europei. Per valorizzare appieno quest'occasione, è opportuno mettere in campo, nell'attuale momento storico di transizione per il settore automotive, una politica industriale strutturata, che oltre ad agevolare l'insediamento di nuove realtà produttive, punti a consolidarne la presenza nel tessuto industriale nazionale».
Scudieri ricorda che «in ambito automotive, il Regno Unito è al terzo posto come Paese di destinazione dell'export della componentistica italiana, per un valore di 1,74 miliardi di euro nel 2018 (+16% rispetto al 2017) e con un saldo positivo di 1,38 miliardi, il più alto tra tutti i mercati di destinazione».
L'Anfia auspica che «dalla prossima negoziazione dei nuovi parametri delle relazioni future sul commercio, emergano condizioni favorevoli all'interscambio delle merci, anche sul fronte doganale e ritiene essenziale anche che le omologazioni degli autoveicoli in Uk rimangano allineate all'omologazione Ue del veicolo completo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero