Auto, boom della produzione in Italia: nel semestre +44%, non accadeva dal 1990

L'impianto di Melfi che rpoduce Jeep Renegade e 500X
TORINO - Erano almeno 25 anni che la produzione di auto in Italia non cresceva al ritmo degli ultimi sei mesi. L'Istat ha rilevato un aumento del 44,2% degli autoveicoli...

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TORINO - Erano almeno 25 anni che la produzione di auto in Italia non cresceva al ritmo degli ultimi sei mesi. L'Istat ha rilevato un aumento del 44,2% degli autoveicoli fabbricati nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2014: si tratta del dato più alto dall'inizio delle serie storiche, nel 1990.


Era l'anno dell'Alfa Romeo 33 seconda serie e della Spider 2.0, che ormai sono considerate vetture d'epoca. Anche a giugno la produzione di autoveicoli ha visto un aumento importante (il 45%) e i mezzi di trasporto in generale sono risultati il settore industriale con l'incremento maggiore in assoluto (+13,7%), seguiti dalla fabbricazione di coke e di prodotti petroliferi raffinati e dal farmaceutico. Inoltre, secondo un'analisi dell'Anfia, l'Associazione nazionale della filiera dell'industria automobilistica, la produzione di autoveicoli nei primi sei mesi dell'anno ha sfiorato quota 520 mila unità, segnando il miglior risultato dal'inizio del 2009.

L'incremento è dovuto in particolare alle nuove produzioni della Fca di Melfi - la Fiat 500X e la Jeep Renegade - e alla crescita della domanda interna, che anche a luglio ha portato a un aumento delle immatricolazioni del 14,54%. La svolta sembra arrivata per il mercato dell'auto già lo scorso anno, chiuso con la produzione in crescita del 9,2%, ma si vedono ancora gli strascichi della lunga crisi. L'anzianità media dei veicoli sfiora i 10 anni a fine 2014, mentre era di 7,5 anni nel 2003.

E in Italia il rapporto tra auto prodotte e auto nuove immatricolate è «il più basso» tra i maggiori mercati europei, secondo l'Anfia: le vendite dei marchi nazionali pesano appena per il 28% del mercato italiano, contro il 72% dei brand tedeschi in Germania e il 55,3% di quelli francesi in Francia.

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Il Messaggero