Per gli appassionati di moto Paolo Blora è il “Poliziotto Volante”. In effetti il pilota pavese, che ha iniziato la sua attività nel 1986 a sedici anni,...
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«I primi contatti con Vallelunga li ho avuti nel 1986, quando ho iniziato con il Trofeo Honda. In seguito, si può dire che è diventato il circuito di casa, perché ero di stanza a Bracciano. Far parte della Polizia mi ha aiutato moltissimo, altrimenti avrei avuto molte difficoltà a proseguire l’attività, perché nel motociclismo o sei un fuoriclasse, e riesci a far diventare le corse il tuo lavoro, ma se ti limiti a vincere delle gare in Italia e magari far bella figura a livello internazionale, e non sei un eccelso, fai fatica ad andare avanti. Invece, anche grazie ai media, sono diventato il “Poliziotto Volante”, e questa situazione mi ha dato tanto».
«Inizialmente, a Vallelunga si correva sul tracciato piccolo. Ho dei bei ricordi legati agli anni novanta, quando nella Superbike c’erano tante moto e piloti forti, a partire da Presciutti, e le gare erano molto sentite. A Vallelunga ho vinto parecchio. Il circuito mi è sempre piaciuto, perché è molto guidato e con belle staccate. Non avevo un segreto particolare, diciamo che mi veniva spontaneo andare forte. Ho ricominciato a correre recentemente complice il Trofeo Italia Interforze. Mi ha fatto piacere essere ancora in pista, divertirmi e far vedere che esiste un Gruppo Sportivo in Italia, dove i giovani che vanno forte possono ambire ad entrare».
«A Vallelunga ho ritrovato una pista cambiata, più sicura. Negli anni novanta c’erano le balle di paglia, la variante abbastanza critica. Oggi è cambiata completamente, anche se ha mantenuto le sue caratteristiche, ma è adeguata alle moto moderne che necessitano di più spazio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero