Barra (GM) a Ruesselheim per informare su colloqui Opel. Governo tedesco in allerta

Mary Barra, numero uno di General Motors
RUESSELSHEIM - Il numero uno di General Motors, Mary Barra, vola con il presidente Dan Ammann a Ruesselsheim, quartiere generale della Opel. All’ordine del giorno la...

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RUESSELSHEIM - Il numero uno di General Motors, Mary Barra, vola con il presidente Dan Ammann a Ruesselsheim, quartiere generale della Opel. All’ordine del giorno la trattativa in corso con Psa Peugeot. Obiettivo di Barra e Amman è spiegare ai manager della Opel lo stato dei colloqui con i francesi e soprattutto alleviare le preoccupazioni sui rischi di tagli occupazionali dopo le proteste di Berlino e del sindacato Ig Metall. Il governo tedesco che ha lanciato pesanti critiche alla possibile vendita di Opel a Psa, fa sapere che i francesi non hanno ancora chiesto un incontro con la cancelliera Angela Merkel per discutere dell’operazione.


L’esecutivo assicura che seguirà da vicino gli sviluppi della vicenda anche se la parola finale spetterà al gruppo automobilistico. Si muove anche la neo-ministra dell’Economia Brigitte Zypries che discuterà dell’operazione con il collega francese Michel Sapin. Protesta il sindacato Ig Metal che definisce la trattativa «una violazione senza precedenti dei diritti di cogestione». Se l’acquisto di Opel da parte di Peugeot andrà in porto, il nuovo gruppo avrà il 16,3% del mercato europeo e consoliderà la seconda posizione alle spalle del gruppo Volkswagen che detiene circa il 24%. L’operazione, secondo gli analisti italiani, potrebbe riaprire un’altra grande partita: la fusione tra Fca e Gm, da tempo caldeggiata da Sergio Marchionne e sempre bocciata da Mary Barra. Il colosso di Detroit senza Opel sarebbe un partner ancora più adatto per Fca perché si ridurrebbero le sovrapposizioni in Europa e quindi il rischio di tagli. «Il fatto che Fca possa riaprire la discussione con Gm per una fusione è positivo perché porterebbe vantaggi sulla redditività dell’impresa senza creare sovrapposizioni.

Come è avvenuto per Fiat e Chrysler non ci sarebbero ripercussioni occupazionali o chiusure di siti», commenta Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim. Michele De Palma, responsabile Auto della Fiom, parla di «assenza colpevole, irresponsabile del governo a cui chiediamo da tempo un confronto strategico. In altri Paesi l’industria dell’auto è considerata centrale: imprese, governo e lavoratori fanno sistema». La Fiom torinese chiede attenzione al centro di ricerca Gm di Torino, che occupa oltre 600 tecnici e ingegneri e si occupa in modo particolare a livello mondo delle sviluppo dei motori diesel per tutto il gruppo. Proprio al Centro si è recato in visita il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

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Il Messaggero