Avtovaz, dopo la cessione di Renault sindaco di Mosca “resuscita” marchio Mokskvich per ripresa produzione auto

La Moskvich 412 del 1967
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MOSCA - Con un annuncio dal valore soprattutto simbolico, nel giorno in cui il Cda di Renault annuncia la cessione della controllata russa Avtovaz, il sindaco di Mosca - nel cui bilancio è stato trasferito lo stabilimento locale del Gruppo francese - comunica la volontà di far ripartire la produzione di auto ‘resuscitandò il marchio Moskvich. Sul suo blog Sergei Sobyanin spiega che «è un diritto del proprietario straniero la decisione di chiudere lo stabilimento Renault di Mosca», aggiungendo però di voler «riprendere la produzione di auto con lo storico marchio Moskvich», ovvero quello della casa automobilistica sovietica fondata nel 1929 e rimasta attiva fino al 2010. Come riferisce l’agenzia Ria Novosti, Sobyanin ha aggiunto che le autorità cittadine cercheranno di salvaguardare la maggior parte del personale dell’impianto stesso e delle imprese dell’indotto.

Sobyanin, nel futuro dell’impianto la trasformazione a fabbrica di veicoli elettrici Il futuro della produzione è legato anche al contributo del partner tecnologico Kamaz, grazie al quale l’impianto - ribattezzato Moskvich Moscow Automobile Plant - dovrebbe essere riconvertito alla produzione di veicoli elettrici, anche se, spiega il sindaco, «nella prima fase sarà attiva una produzione di auto tradizionali con motore a combustione interna». Inoltre - aggiunge Sobyanin - «insieme a Kamaz e al Ministero dell’Industria e del Commercio della Russia, stiamo lavorando per localizzare la produzione del numero massimo di componenti automobilistici in Russia».

La fabbrica di automobili sulla Volgogradsky Prospekt - ricorda il sindaco della capitale russa - «ha una storia lunga e gloriosa. Quasi cento anni fa, ha iniziato con la produzione di auto Ford e per decenni, i leggendari modelli nazionali Moskvich sono stati prodotti qui. Dal 1998, lo stabilimento ha collaborato con Renault e sono usciti dalle sue catene di montaggi Logan, Duster e Sandero. Ora, nel 2022 apriremo una nuova pagina nella storia di Moskvich».

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Il Messaggero