Automotive, Giorgetti: «Ritardo incentivi fa male al mercato. Mandata proposta ad altri ministri, spero concerto in settimana»

Il ministro Giorgetti con il Presidente del Consiglio Draghi
TORINO - «Il Mise già da due settimane ha mandato la proposta agli altri ministri. Il ministro dello Sviluppo economico è il proponente, ma devono essere...

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TORINO - «Il Mise già da due settimane ha mandato la proposta agli altri ministri. Il ministro dello Sviluppo economico è il proponente, ma devono essere d’accordo i ministeri dell’Economia e della Mobilità sostenibile. Purtroppo i concerti non sono ancora arrivati». Lo ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti, in collegamento con il Vtm, evento sulla mobilità innovativa. «Mi dispiace moltissimo che ci sia questo ritardo perché il mercato è in apnea e gli acquirenti sono in attesa, è nostro dovere dare risposte il prima possibile. Auspico che entro la settimana si riesca a trovare la condivisione da parte di tutti i ministri coinvolti». «Finalmente l’automotive - ha sottolineato Giorgetti - è entrata nella scena politica. Per tanti mesi ho cercato di fare capire come tutto quello che avviene attorno all’automotive è centrale perché qui convergono le due grandi rivoluzioni che sono anche i pilastri del Pnrr, la rivoluzione digitale e quella ecologica, ambientale, energetica.

Credo che sia importante concentrarsi su quella che è la spina dorsale e industriale del paese». Il ministro ha aggiunto che «purtroppo in Italia si costruiscono molte meno auto che in passato, metà della Francia, un quarto della Spagna, un settimo della Germania, ma esiste una filiera dell’automotive molto consolidata. È su questo che dobbiamo riflettere. Le rivoluzioni in qualche modo mettono a rischio tutto ciò che diamo per scontato e consolidato. Qualche difficoltà sicuramente in futuro l’avremo e quindi dobbiamo essere in grado di accettare questa sfida e vincerla». «Per vincere questa sfida tecnologica - ha concluso Giorgetti - dobbiamo avere lo Stato che mette a disposizione, come hanno fatto anche tutti gli altri governi europei, risorse importante. Ma tutte le rivoluzioni si vincono se gli imprenditori accettano le sfide e riescono, con l’aiuto dello Stato, a vincerle».

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Il Messaggero