Automobili con sistemi Android a rischio sabotaggio: allarme del Cnr

Automobili con sistemi Android a rischio sabotaggio: allarme del Cnr
Il Cyber Security Centre dell' istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa ha sviluppato un malware in grado di introdursi nelle autovetture dotate di sistemi Ict con...

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Il Cyber Security Centre dell' istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa ha sviluppato un malware in grado di introdursi nelle autovetture dotate di sistemi Ict con Infotainment Android. I sistemi Ict sui veicoli possono violare la privacy e, accedendo ai dati registrati, comprometterne l'efficacia o addirittura sabotare l'automobile. «Le auto che utilizzano l'In-Vehicle Infotainment (Ivi) - spiega una nota del Cnr - basato sul sistema operativo Android (il più diffuso al mondo tra smartphone e tablet) e connesse al »Can bus« dell'auto, possono fornire punti d'accesso a utenti o processi non autorizzati.


A tal proposito, l'installazione di applicazioni non provenienti da app store ufficiali potrebbero nascondere malware che permettono l'accesso da remoto al dispositivo di infotainment». Da qui la scelta di sviluppare un malware, che sfruttando un meccanismo di diffusione di social-engineering, «si installa nel veicolo e accede ai servizi, come microfono interno dell'auto, telecamere di parcheggio e posizioni Gps, in modo non autorizzato». «Se non correttamente protetti - spiega il ricercatore Gianpiero Costantino - i veicoli possono presentare seri rischi verso i passeggeri dal punto di vista della sicurezza, della loro privacy e della salvaguardia dei passeggeri stessi.

Una volta installata l'applicazione malevola è possibile, ad esempio, effettuare una registrazione ambientale dell'abitacolo così come tracciare la posizione della vettura utilizzando il Gps dell'auto». Con questo attacca, sviluppato a scopo di ricerca, sottolinea la ricercatrice Ilaria Matteucci, «abbiamo dimostrato che i veicoli, se non correttamente protetti possono presentare seri rischi per i passeggeri sia sotto il profilo della privacy che della sicurezza».
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Il Messaggero