Arrivabene protagonista all'Expo: «Enzo Ferrari meglio di Steve Jobs»

Maurizio Arrivabene
MILANO - In una giornata a Expo tutta dedicata a Brescia e al suo sistema economico e imprenditoriale, organizzata da Sistema Brescia, tra i protagonisti non poteva mancare...

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MILANO - In una giornata a Expo tutta dedicata a Brescia e al suo sistema economico e imprenditoriale, organizzata da Sistema Brescia, tra i protagonisti non poteva mancare Maurizio Arrivabene, il team principal della Scuderia Ferrari, bresciano doc. Cosa lo ha portato da Brescia a Maranello?


«Il carattere, un pò bresciano e anche un pò svizzero, la passione per l'auto e la voglia di lavorare», che nei bresciani secondo Arrivabene è molto forte, insieme alla sincerità. Alla domanda di una giornalista che gli ha chiesto se l'Albero della vita, bresciano, potesse essere di buon auspicio per la Ferrari, Arrivabene ha risposto: «spero sia di buon auspicio per Brescia, io non credo assolutamente in fortuna e sfortuna: ogni fatto ha una spiegazione tecnica. Se ci sono la buona volontà, la voglia di fare e se si fa con calma i risultati arrivano».

Ai molti che gli hanno chiesto di Raikonnen, la cui Ferrari era parcheggiata nel decumano, accanto ad un'auto d'epoca, ha replicato che «Una Ferrari bisogna meritarsela in ogni Gran Premio: il futuro di Raikonnen è nelle mani di Raikonnen: mi auguro che faccia bene, detto questo ci sono 11 gare». Per quest'anno l'obiettivo di Arrivabene è di fare 2 vittorie: «se ne faremo 3 meglio, se ne faremo 4, miracolo, miracolo!».

Il Gran Premio d'Italia, in ogni caso, per Arrivabene è a Monza. E a proposito di Antonio Fuoco, il giovane pilota che ha debuttato nei test in Austria, ha detto| «Ha fatto un buon lavoro, ma non non bisogna correre, lasciamolo crescere bene». Il team principal ha voluto ricordare anche Enzo Ferrari, di cui «va rivalutata la figura: pensate a un uomo che in un garage di Modena ha creato un mito, come Steve Jobs, ma senza essere in California. Credo che Enzo ferrari sia arrivato molto prima di Steve Jobs».


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Il Messaggero