24h di Daytona, prima vittoria per una Liger-Honda. Esordio con ritiro per la Ford GT

La Ligier Honda JS P2 n.2 di Sharp/Brown/van Overbeek/Derani ha vinto l'edizione 2016 della 24 Ore di Daytona, davanti alla Chevrolet Corvette DP
DAYTONA BEACH - Con 736 giri del circuito da 3,56 miglia, Scott Sharp, Ed Brown, Pipo Derani e Johannes van Overbeek hanno vinto l'edizione 2016 della 24 Ore di Daytona al...

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DAYTONA BEACH - Con 736 giri del circuito da 3,56 miglia, Scott Sharp, Ed Brown, Pipo Derani e Johannes van Overbeek hanno vinto l'edizione 2016 della 24 Ore di Daytona al volante di una Ligier-Honda realizzata dalla francese Onorak Automotive. Quella disputata in Florida è la prova di apertura del calendario endurance IMSA WeatherTech SportsCar Championship che si concluderà il primo ottobre con la 10 Ore Petit Le Mans, a Baselton.



È la prima volta che Ligier vince a Daytona (nell'albo d'oro Porsche compare 18 volte, addirittura con una serie di 11 successi di fila tra il 1977 ed i 1987) ed è anche la prima volta che il gradino più alto podio è occupato da piloti al volante di vettura di classe LMP2. La gara (archiviata dai vincitori con 4 tornate in meno rispetto a Dixon, Kanaan, Larson e McMurray primi nel 2015) è stata caratterizzata da parecchi colpi di scena e sulla classifica finale hanno inciso diverse disavventure in pista. La più clamorosa è quella di cui è rimasta vittima la DeltaWing che guidava la gara dopo 119 giri, ma che si è scontrata con una Oreca ferma sul circuito.


Alle spalle dei non esattamente favoritissimi Sharp, Brown, Derani (capace di recuperare un giro di svantaggio) e van Overbeek si sono classificati gli equipaggi di tre Chevrolet Corvette DP. Quello composto dall'italiano Max Angelelli, dai fratelli Taylor e Rubens Barrichello è stato l'ultimo ad arrendersi accusando alla fine un ritardo di poco più di 26 secondi. Sul podio, sempre a pieni giri, ma staccati di oltre un minuto e 27 secondi, sono saliti anche Dalziel, Goossens, Hunter-Reay. Quarti i quotati Fittipaldi, Albuquerque, Barbosa e Pruett che insieme totalizzavano 9 successi, 5 dei quali di Pruett.


Per assegnare la vitoria nella classe GTLM quasi non sono bastate le 24 ore: le due Corvette guidate da Gavin, Milner e Fässler e da Garcia, Rockenfeller e Magnussen hanno concluso ad una manciata di millesimi (34) distanza l'una dall'altra. Il fotofinish ha dato ragione a Gavin, Milner e Fässler. Porsche si è dovuta accontentare del terzo posto con la 911 SRS da 470 cavalli di Bamber, Makowiecki, Christens seppur in classifica con lo stesso numero di giri dei vincitori (722). Le due Ferrari 488 GTE (al volante della seconda c'era anche Giancarlo Fisichella) sono finite quarta e sesta (decima e dodicesima assoluta), mentre il debutto di BMW M6 è stato accompagnato dalla quinta piazza. Il rientro di Ford GT è stato piuttosto deludente: entrambe le auto hanno avuto noie tecniche e la migliore ha completato 690 giri.


Rispetto alla GTLM, nella classe GTD il distacco è stato quasi “abissale”. Dopo 703 giri la Audi R8 a corto di benzina affidata a René Rast, Andy Lally, John Potter e Marco Seefried ha preceduto la Porsche 911 GT3 R di Pappas, Long, Catsburg e Pilgrim di 3 secondi. È la seconda volta che una vettura della casa dei Quattro Anelli si impone in una graduatoria di classe a Daytona e Rast ha avuto il merito di guidare “al risparmio” nel finale. Al terzo posto la Dodge Viper di Keating, Robinson, Mosing, Foss e Faulkner. La Lamborghini Huracan GT3 con Babini al volante è rimasta senza carburante quando era al comando (dopo aver sorpassato l'accorto Rast) e si è piazzata quinta con 702 giri.

 
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Il Messaggero