Mondo di mezzo, la Corte d'Appello: no a nuovo dibattimento nel processo di secondo grado

Mondo di mezzo, la Corte d'Appello: no a nuovo dibattimento nel processo di secondo grado
Non ci sarà un nuovo dibattimento nel processo di secondo grado sul "mondo di mezzo". Il collegio della terza sezione, presieduto da Claudio Tortora ha accolto le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non ci sarà un nuovo dibattimento nel processo di secondo grado sul "mondo di mezzo". Il collegio della terza sezione, presieduto da Claudio Tortora ha accolto le motivazioni della procura che sosteneva non fosse necessario riascoltare i testimoni neppure per Rocco Rotolo e Stefano Ruggero, i due imputati accusati di associazione mafiosa e assolti in primo grado. I giudici hanno soltanto ammesso nuove prove documentali.


Le difese di Salvatore Buzzi e Luca Gramazio, chiedendo la riapertura del dibattimento avevano fatto riferimento a un pronunciamento della corte di Giustizia Europea, recepita dal nostro ordinamento.  Secondo il codice di procedura penale per ribaltare una sentenza di assoluzione in secondo grado è necessaria la riapertura del dibattimento.

La procura, che per 19 dei 43 imputati chiede venga riconosciuta la aggravante mafiosa anziché quella semplice individuata dal primo grado, ha sostenuto invece che si tratta solo di una riqualificazione giuridica e una valutazione di prove già acquisite che vanno considerate nel loro insieme e contestualizzate. Dopo una lunga camera di consiglio è stata la linea della procura a prevalere. A questo punto la sentenza dovrebbe arrivare entro luglio.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero