Ponte Crimea, ira dei falchi al Cremlino. «Reazione da giorno del giudizio». Attese le mosse di Putin

La spinta dei falchi del Cremlino e dei media perché si aumentino la brutalità e la ferocia dell'aggressione all'Ucraina si fa ancora più intensa

Ponte Crimea, la Russia prepara la vendetta dopo l'attentato: «Reazione da giorno del giudizio»
Dopo l'umiliazione dell'attentato che ha danneggiato il ponte di Kerch, simbolo dell'occupazione russa in Crimea, quello che lo stesso Putin inaugurò alla guida...

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Dopo l'umiliazione dell'attentato che ha danneggiato il ponte di Kerch, simbolo dell'occupazione russa in Crimea, quello che lo stesso Putin inaugurò alla guida di un tir arancione, una parte dell'élite russa chiede vendetta. La spinta dei falchi del Cremlino e dei media perché si aumentino la brutalità e la ferocia dell'aggressione all'Ucraina si fa ancora più intensa.

 

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Ponte Crimea, dalla Russia voci di vendetta

Già prima che le fiamme si levassero sull'opera costata quasi 4 miliardi di euro, gli opinionisti ma anche i leader cecendo (Kadyrov) e il capo del feroce gruppo di mercenari al soldo del Cremlino, la Wagner (Prigozhin), avevano espresso il loro scontento per la ritirata a cui erano stati costretti sia a Est sia a Sud i soldati russi. Ora i seguaci della linea del sangue invocano una spietata vendetta per l'attacco al ponte di Kerch e secondo loro non bastano le 13 persone uccise, tra cui un bambino, dai missili lanciati sui civili a Zaporizhzhia.

 

 

LA REAZIONE DI PUTIN

Cosa farà Putin? Prima di tutto per domani ha convocato il consiglio di sicurezza russo, al quale parteciperà egli stesso. Quella sarà la sede di decisioni importanti. Il governatore della Crimea insediato dal Cremlino, Sergei Aksyonov, dice: «Si sono scatenate le emozioni e c'è un sano desiderio di vendetta». A rendere più umiliante la situazione per i russi, c'è il fatto che un attacco al ponte di Kerch, per motivi simbolici e tattici (da lì passano i rifornimenti diretti alle truppe che occupano il Sud dell'Ucraina), era ampiamente prevedibile e previsto. Su Twitter il vice governatore della regione di Stavropol, Valery Chernitsov, ringhia come un cattivo di un disaster movie: «Ucraini, lasciate le vostre città, specialmente quelle grandi. Perché una grande sorpresa ti aspetta. I missili Sarmat sono pronti a colpire». 

 

LE ALTRE REAZIONI

Konstantin Malofeev, l'oligarca russo nazionalista fedele a Putin, ha diffuso sui suoi canali social una foto di cinque ponti ucraini con una didascalia indirizzata al ministro della Difesa e al capo di Stato maggiore: «Sergei Shoigu e Valery Gerasimov. Da non perdere». Per capire a che livelli sia il desiderio di vendetta in certi ambienti moscoviti, che fingono di non vedere le centinaia di migliaia di russi che hanno lasciato il Paese perché non vogliono combattere questo tipo di guerra, c'è la frase che pronunciò tre mesi fa da Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa: «In caso di attacco alla Crimea, arriverà il giorno del giudizio». Gli ambienti della destra nazionalista ora incalzano: facciamo vedere che siamo fedeli a quella frase. 

 

LA PROPAGANDA

Il più popolare degli opinionisti e propagandisti televisivi fedeli a Putin, Vladimir Solovyov, sostenitore dell'invasione dell'Ucraina, a cui le tv italiane hanno concesso non di rado il microfono, da giorni chiede una reazione feroce dell'esercito russo e, dopo l'attacco al ponte, è arrivato a dire: «Il paese dovrebbe passare a una modalità militare. Serve una guerra totale.Dobbiamo fare precipitare l'Ucraina in tempi bui. Servono i metodi stalinisti». 

Bene, di fronte a queste pressioni, con la sua popolarità sempre più in discesa, come reagirà Putin? Da una parte ascolta le richieste di alcuni fedelissimi, come Kadyrov, che invocano l'uso di armi nucleari tattiche, dall'altra sa che azioni sproporzionate rischiano di alimentare ulteriormente il suo isolamento, dopo che anche Cina e India hanno raffreddato la loro amicizia. Non rispondere alle umiliazioni subite, sarebbe visto come un atto di debolezza dalle frange estremiste interne; d'altra parte non è così certo, come hanno dimostrato le colonne di uomini fuggiti all'estero, che l'opinione pubblica, per quanto addomesticata dai media a senso unico, possa seguirlo fino all'orlo del precipizio. Per questo il consiglio di sicurezza convocato per domani sarà particolarmente importante. 

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Il Messaggero