Venti di crisi tra Israele e Spagna. Al centro del contendere c'è il Real Madrid ma il calcio davvero non c'entra nulla. Emmanuel Nahshon, portavoce del...
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Tamimi, accompagnata dal padre, anche lui attivista, è andata in Spagna per partecipare a vari eventi politici e su invito del Real, ha visitato lo stadio Santiago Bernabeu, dove è stata ricevuta da Emilio Butragueno, ex stella e ora manager del club che le ha regalato una maglia della squadra con sopra stampato il suo nome. Nel suo giro la ragazza è stata ospite anche del municipio di Madrid, guidato dalla sindaca Manuela Carmena, eletta nel 2015 in una lista civica di centrosinistra. Per questo l'ambasciatore israeliano in Spagna Daniel Kutner ha protestato denunciando su Twitter che Tamimi non è una «pacifista bensì una che difende la violenza e il terrorismo. Le istituzioni che l'hanno ricevuta e l'hanno festeggiata - ha accusato l'ambasciatore - alimentano indirettamente l'aggressione e non il dialogo e la comprensione di cui abbiamo bisogno. Oggi non vado al Bernabeu».
Tamimi è uscita di prigione a fine luglio dopo aver scontato una pena di 8 mesi di detenzione per aver colpito ripetutamente con schiaffi e spinte militari israeliani, uno in particolare, che non reagì all'azione della giovane palestinese. Il video della scena diventò immediatamente virale sui social. «La resistenza continuerà fino alla fine dell'occupazione militare», disse non appena tornata dalla prigione al suo villaggio in Cisgiordania. Il presidente Abu Mazen la volle subito abbracciare e il suo vice Mahmud al-Alul la portò sulla tomba di Yasser Arafat a Ramallah, mentre a casa Tamini arrivavano messaggi di congratulazioni da vari Paesi fra cui il Libano (Saad Hariri,Walid Jumbalatt) e la Turchia. Un saluto particolare le giunse direttamente dal presidente Recep Tayyp Erdogan, che già nel 2012 l'aveva ricevuta per premiarla «del suo coraggio» in un fatto analogo avvenuto sempre nel suo villaggio di Nabi Saleh. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero