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Quattro oggetti volanti, di cui tre non identificati, sono stati abbattuti nell'arco di soli nove giorni - dal 4 all'13 febbraio - nei cieli di Stati Uniti e Canada.
Lo scorso 4 febbraio l'aviazione statunitense abbatteva il primo di questi oggetti al largo della costa atlantica del South Carolina: un pallone aerostatoico cinese impiegato, a detta di Pechino, per le rilevazioni metereologiche sfuggito al controllo degli operatori. Ma secondo gli americani si trattava invece di un "pallone-spia".
Il "baloongate" ha dato il via a una nuova escalation di tensione tra Usa e Cina, aggravata dalla comparsa di altri tre oggetti volanti misteriosi (si sa poco o nulla della loro origine e provenienza) negli ultimi giorni in Nord America: l'ultimo di questi, "un oggetto ottagonale con corde fluttuanti", è stato abbattuto il 13 febbraio all'altezza del lago Huron in Michigan.
Quanto al recupero dei detriti il funzionario della Casa Bianca ha spiegato che le operazioni sono ostacolate "dalle condizioni meteo e dalle acque gelate" nelle quali sono caduti.
Washington ha accusato il governo cinese di aver inviato «Palloni-spia che hanno attraversato decine di Paesi in più continenti in tutto il mondo, inclusi alcuni dei nostri più stretti alleati».
La difesa dell'areospazio americano: «Spie volanti? Nessuna prova»
A stemperare la tensione di un clima da guerra fredda creatosi negli ultimi giorni ci aveva provato Glen VanHerck, generale del North American Aerospace Defense Command (Norad), a margine di un briefing del 12 febbraio.
VanHerck ha affermato che la maggiore o minore capacità di rilevare questi oggetti possa dalle regolazioni dei radar e che gli operatori siano al momento in stato di "allerta intensificata" e osservino dunque più da vicino questi oggetti più piccoli e lenti (la velocità dipenderebbe dal vento).
Secondo fonti militari statunitensi, infatti, il pallone aerostatico cinese avvistato lo scorso 4 febbbraio era grande poco più di tre autobus, mentre i successivi tre ufo avevano dimensioni paragonabili a quelle di un'automobile.
Come spiegato dallo stesso VanHerck, in sostanza, sarebbe stato proprio l'aumento della sensibilità dei radar statunitensi, scaturito a seguito "baloongate", a spostare la lancetta dell'attenzione dei militari su un livello più alto. Fatto che avrebbe provocato, a sua volta, anche un insolito (ma in un certo senso "normale") aumento di avvistamenti ufo.
Lo ha confermato anche Melissa Dalton - attuale assistente segretaria alla difesa per la difesa nazionale e gli affari emisferici degli Usa - che ha dichiarato: «Abbiamo esaminato più attentamente il nostro spazio aereo a determinate altitudini, potenziando i nostri radar: ciò potrebbe almeno in parte spiegare l'aumento degli oggetti rilevato nell'ultima settimana - ha riferito la funzionaria del governo americano - Sappiamo inoltre che diversi paesi, aziende e organizzazioni di ricerca gestiscono oggetti volanti simili per scopi civili, tra cui la ricerca legittima».
Ieri anche il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ha cercato di allentare la tensione affermando che al momento non esiste alcuna prova concreta che gli ufo avvistati nell'ultima settimana fossero effettivamente delle spie volanti inviate da Pechino, aggiungendo che «nessun gruppo o individuo si è fatto avanti per rivendicare i tre apparecchi abbattuti».
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Il Messaggero