Ucraina, falso premier telefona a tre ministri inglesi: governo Johnson accusa i russi

Per Downing street si tratta di «un tentativo disperato del regime di Vladimir Putin» di carpire informazioni

Ucraina, falso premier telefona a tre ministri inglesi: governo Johnson accusa i russi
Pensavano di stare al telefono e di parlare con il primo ministro ucraino e invece tre ministri britannici, tra cui il responsabile della Difesa, sarebbero stati ingannati. E...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Pensavano di stare al telefono e di parlare con il primo ministro ucraino e invece tre ministri britannici, tra cui il responsabile della Difesa, sarebbero stati ingannati. E quando sono stati colti dal sospetto hanno chiuso la telefonata. Ora accusano la Russia per quelle telefonate bufale. Il governo britannico ha pubblicamente accusato «lo Stato russo» infatti di essere dietro le telefonate beffa realizzate da un presunto imitatore che si è spacciato per il premier ucraino Denys Šmihal nei giorni scorsi.

Un portavoce di Boris Johnson ha svelato che i ministri presi di mira sono stati tre: oltre ai titolari di Difesa e Interno, Ben Wallace e Priti Patel, come già si sapeva, anche quella della Cultura, Nadine Dorries.

Questa è la denuncia del ministro Wallace sul suo profilo Twitter:

 

 

Tutti e tre hanno parlato per alcuni minuti con il falso premier, prima di farsi prendere dal sospetto e metter giù. « Si tratte di pratiche di disinformazione standard del Cremlino», ha detto il portavoce nel briefing di giornata, liquidando l'accaduto come «un tentativo disperato del regime di Vladimir Putin» di carpire informazioni e di distrarre l'opinione pubblica «dalle attività illegali e dalle violazioni dei diritti umani» attribuite a Mosca in Ucraina.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero