Uccide il figlio di tre anni e butta il corpo in un fiume per poter andare in vacanza: condannata a 33 anni

Uccide il figlio di tre anni e butta il corpo in un fiume per poter andare in vacanza: condannata a 33 anni
Una mamma «senza cuore» ha ucciso il figlioletto di tre anni e ha gettato il corpo in un fiume per poter andare in vacanza. Un viaggio programmato in Macedonia. Chiara...

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Una mamma «senza cuore» ha ucciso il figlioletto di tre anni e ha gettato il corpo in un fiume per poter andare in vacanza. Un viaggio programmato in Macedonia. Chiara Pasic, 33 anni, è stata condannata per l’omicidio del figlio Denis nell’aprile 2018 a 33 anni di carcere, ma i suoi avvocati sono ricorsi in appello perché ritengono la condanna «ingiusta». L’appello, in questi giorni, è stato respinto ed è stata confermata la condanna.

Una storia agghiacciante che ha lasciato l’intera comunità sotto choc. Le indagini hanno ricostruito che la donna dopo aver ammazzato il bambino ha gettato il corpicino nelle acque poco profonde sul lungomare di Pola sulla punta della penisola istriana della Croazia. Secondo i rapporti della polizia, la mamma non ha mostrato alcuna emozione durante la condannata pronunciata dai giudici a 33 carcere e due in un istituto psichiatrico.

La sua complice, invece, una quindicenne, è stata condannata a tre anni in un centro di detenzione giovanile di Pozega, nella Croazia orientale, per aver aiutato Chiara a uccidere il piccolo. Secondo quanto riferito, «la ragazzina tratteneva il cuscino sul viso del bambino mentre la madre gli teneva ferme braccia e gambe». La donna poi dopo aver buttato il corpo di Denis nel fiume ha chiamato la polizia denunciando la scomparsa, dicendo che si era allontanato dal parco giochi. Sin dall’inizio però la polizia non ha creduto alle sue parole e dopo ore e ore di interrogatorio ha confessato il crimine e ha mostrato agli agenti dove aveva scaricato il corpo.
La Corte suprema della Croazia ha affermato che l’imputata «ha mostrato di aver pianificato tutto, ma anche una spietatezza a sangue freddo nel commettere l’atto che la precedente sentenza è giustificata». E ha così respinto il ricorso della donna in quanto infondato e ha confermato la sentenza di secondo grado, confermando così la sua condanna a 33 anni.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero