Trump cede alle pressioni di Nancy Pelosi e rinvia discorso sullo Stato dell'Unione

Trump cede alle pressioni di Nancy Pelosi e rinvia discorso sullo Stato dell'Unione
Negli Stati Uniti slitta il discorso sullo Stato dell'Unione, la tradizionale relazione del Presidente americano sul bilancio dell'anno appena trascorso e sulle politiche...

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Negli Stati Uniti slitta il discorso sullo Stato dell'Unione, la tradizionale relazione del Presidente americano sul bilancio dell'anno appena trascorso e sulle politiche future, previsto per il 29 gennaio a Camere riunite. Tradizionalmente il discorso sullo Stato dell'Unione viene esposto dal presidente alla Camera dei Rappresentanti, con il Congresso riunito in seduta congiunta e alla presenza di tutto il governo (tranne il vice presidente che viene portato in una location segreta) e di tutti i giudici della Corte Suprema.


A chiedere il posticipo la speaker della camera Nancy Pelosi che, con una lettera dai toni fermi, aveva scritto a Trump di tenerlo in privato dalla Casa Bianca visto che, a causa della chiusura parziale del governo federale dovuta allo Shutdown, non sarebbe possibile garantire l'adeguata sicurezza. La speaker della Camera dei Rappresentanti USA è stata irremovibile nel negare al presidente Donald Trump la possibilità di tenere in Congresso l'annuale discorso sullo Stato dell'Unione. "Il governo è chiuso", ha ammonito Pelosi dopo lo stallo che va avanti da 33 giorni per non aver trovato ancora un'accordo sul bilancio.

"E' una vergogna quello che sta succedendo con i democratici. Sono diventati radicalizzati, non vogliono la sicurezza del Paese", risponde Trump, dopo l'ennesimo diniego alla richiesta di fondi per la costruzione del Muro al confine con il Messico. Il Presidente ha però ceduto alle pressioni, rinviando il discorso ad una data successiva alla fine dello Shutdown.

In precedenza, Trump aveva tentato di aggirare il veto e pensato di dribblare le richieste della Pelosi pronunciando il discorso in altre sedi (gli sono già state offerte quelle di Raleigh in Carolina del Nord e Lansing in Michigan), ma ha rinunciato all'alternativa di tenerlo fuori da Washington, perché sarebbe stata una palese sconfitta politica.





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Il Messaggero