Egitto, il tribunale condanna a tre anni di carcere la danzatrice del ventre: «È immorale»

Egitto, il tribunale condanna a tre anni di carcere la danzatrice del ventre: «È immorale»
Un tribunale del Cairo ha condannato la celebre danzatrice del ventre Sama El Masry a tre anni di carcere per incitazione all'immoralità e alla dissolutezza,...

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Un tribunale del Cairo ha condannato la celebre danzatrice del ventre Sama El Masry a tre anni di carcere per incitazione all'immoralità e alla dissolutezza, aggiungendo alla condanna 3 anni di sorveglianza da parte della polizia e una multa da 300.000 lire egiziane, pari a oltre 16.000 euro. L'accusa - ricorda l'agenzia Mena - era di aver pubblicato foto e video immorali sui social network, in contrasto con i «valori morali» egiziani.


L'arresto era avvenuto il 23 aprile, e la sua detenzione era stata prolungata diverse volte, col protrarsi dell'inchiesta.
Qui il suo ultimo videomessaggio su Facebook: 



La danzatrice, 42 anni, si era difesa dicendo che le immagini era state riprese dal suo cellulare, rubato nel 2019, e pubblicate a sua insaputa. L'artista presenterà appello. Durante il governo dei Fratelli Musulmani e del presidente Mohamed Morsi, durato circa un anno, El Masry aveva pubblicato video satirici: ha accusato proprio esponenti del movimento filo-islamico di averla denunciata.

«C'è una gran differenza tra libertà e dissolutezza», ha dichiarato citato dal quotidiano Al Ahram John Talaat, un parlamentare che ha chiesto la condanna di El Masry, aggiungendo che lei ed altre influencer sui social media stanno «distruggendo i valori della famiglia e le tradizioni, un'attività vietata dalla legge e dalla costituzione» .

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Molte donne sono state accusate di incitazione all'immoralità: tra loro l'attrice Rania Youssef, sommersa di critiche per il vestito che indossava al Cairo Film Festival del 2018. In quello stesso anno l' Egitto si è dotato di una legge che dà al governo l'autorità di censurare contenuti su internet e sorvegliare le comunicazioni elettroniche.

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Diverse anche le influencer su Tik Tok e Instagram, nonché 'YouTubers', arrestate con le stesse accuse. Per Entessar el-Saeed, avvocato per i diritti delle donne e direttrice del Cairo Centre for Development and Law, le donne sono le uniche contro cui viene usata questa lehhe. «La nostra società conservatrice fa fatica ad accettare i cambiamenti della tecnologia, che hanno un ambiente e una mentalità completamente differenti». spiega, citata da Al Ahram.


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Il Messaggero