Come Tom Hanks in The Terminal: da 6 mesi vive in aeroporto

Come Tom Hanks in The Terminal, da 6 mesi vive in aeroporto: oggi arriva la brutta notizia
Come Tom Hanks in The Terminal, un richiedente asilo siriano è rimasto bloccato dallo scorso marzo nell'aeroporto di Kuala Lumpur. Oggi è stato...

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Come Tom Hanks in The Terminal, un richiedente asilo siriano è rimasto bloccato dallo scorso marzo nell'aeroporto di Kuala Lumpur. Oggi è stato arrestato dalle autorità malesi che hanno dichiarato che sarà deportato nel suo paese d'origine. Hassan al-Kontar, 36 anni, ha attirato l'attenzione del mondo quando ha iniziato a pubblicare video su Twitter e Facebook della sua vita bloccata a KLIA2, il terminal dell'aeroporto malese.




Nato a Sweida, nel sud-ovest della Siria, marketing manager di una società assicurativa, teme di tornare nella sua Siria dilaniata dalla guerra dove sarà costretto a svolgere il servizio militare. Lavorava negli Emirati Arabi quando scoppiò la guerra civile nel 2011, ma non poté rinnovare il suo passaporto perché il suo paese gli imponeva di completare la leva obbligatoria.
 

Nonostante abbia ottenuto un passaporto temporaneo nel 2017, è stato costretto a spostarsi tra più paesi. Fin quando non è finito nell'aeroporto malese dove ha vissuto negli ultimi sei mesi, in un caso che ha fatto eco al film di Steven Spielberg The Terminal. Martedì, Mustafar Ali, capo dell'immigrazione della Malesia, ha dichiarato ai media locali che il signor al-Kontar era rimasto in una "zona proibita" e quindi è stato rimosso con la forza.



«I passeggeri della zona d'imbarco dovrebbero salire sui loro voli ma quest'uomo non l'ha fatto. Si trovava in una zona proibita e abbiamo dovuto prendere le misure necessarie», ha detto Ali. Il capo dell'immigrazione ha aggiunto che il sig. Al-Kontar sarà «rinviato al dipartimento immigrazione» dopo che la polizia avrò finito di interrogarlo. «Comunicheremo quindi con l'ambasciata siriana per facilitare la sua deportazione nel suo paese d'origine».
 

Dopo un lungo girovagare a febbraio è stato rifiutato all'imbarco su un volo della Turkish Airlines in Ecuador, dove sperava di chiedere asilo. Un mese dopo è stato respinto dalla Cambogia dopo un tentativo simile. Da allora vive nella hall degli arrivi dei terminal con il cibo che gli viene donato dal personale delle compagnie aeree. In tweets ha affermato di avere avuto contatti con l'agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite senza ottenere «soluzioni reali». 
 

Il suo ultimo tweet è stato pubblicato lunedì pomeriggio dove ha condiviso un piccolo video di foto della sua vita. «Nei momenti difficili, scopri che ciò che diventi durante il processo è più importante dell'obiettivo stesso. Sapevi che sarebbe stato difficile e lo è stato davvero», ha scritto.
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Il Messaggero