Texas, strage nella scuola elementare come alla Sandy Hook nel 2012. Le vittime furono 26 (e la casa d'armi ritenuta responsabile)

Adam Lanza, di 20 anni, aprì il fuoco all'interno della scuola elementare, causando la morte di 27 persone, 20 delle quali bambini di età compresa tra i 6 e i 7 anni

Texas, strage nella scuola elementare come alla Sandy Hook nel 2012. Le vittime furono 26 (e la casa d'armi ritenuta responsabile)
Una strage in una scuola, proprio come il 14 dicembre 2012. La sparatoria in Texas nella scuola elementare a Uvalde riaccende i riflettori su un episodio molto simile a quello di...

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Una strage in una scuola, proprio come il 14 dicembre 2012. La sparatoria in Texas nella scuola elementare a Uvalde riaccende i riflettori su un episodio molto simile a quello di poche ore fa, il massacro alla Sandy Hook Elementary School in un borgo della città di Newtown in Connecticut (USA), nel quale Adam Lanza, di 20 anni, aprì il fuoco all'interno della scuola elementare, causando la morte di 27 persone, 20 delle quali bambini di età compresa tra i 6 e i 7 anni, suicidandosi prima dell'arrivo della polizia.

Lanza aveva prima ucciso la madre mentre si trovava a casa e poi si era recato in auto alla scuola per mettere in atto il massacro utilizzando armi che erano regolarmente in possesso della donna. In un primo momento era stato erroneamente identificato come autore del reato suo fratello Ryan. Quello alla Sandy Hook è ricordato come la terza strage più grave nella storia degli Stati Uniti, in ordine di gravità dopo solo il massacro al Virginia Polytechnic Institute e il massacro della Bath School.

Lo storico accordo con la Remington

Nel febbraio di quest'anno era stato siglato uno storico accordo tra la Remington Arms e le famiglie di nove delle 26 vittime della sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook, che hanno pattuito un risarcimento di 73 milioni di dollari da parte della società produttrice del fucile semiautomatico in stile AR-15 usato nella strage del 2012. Era la prima volta negli Usa che una azienda di armi accettava la responsabilità di un «mass shooting», in una causa che ha inflitto un duro colpo all'industria del settore e creato un possibile precedente a favore delle vittime di altre sparatorie inaugurando una nuova strategia.

 

 

I ricorrenti infatti hanno dribblato la legge federale del 2005, che garantisce un'ampia immunità alle società produttrici di armi contro eventuali cause per le vittime o i danni provocati dai loro clienti. E hanno contestato la strategia di marketing dell'arma usata dal killer, sostenendo che il Bushmaster XM15 fu promosso consapevolmente e negligentemente come arma da guerra corteggiando i giovani a rischio, compresi quelli con problemi mentali, come l'autore della strage. Con ciò violando una legge del Connecticut.

 

La società aveva invocato la legge federale ma nel 2019 la corte suprema aveva ignorato il suo appello lasciando proseguire l'azione legale. La compagnia aveva offerto quindi 33 milioni, meno della metà di quello concordato ora. Ma nel frattempo Remington, una dei più vecchi produttori di armi in Usa (è stata fondata nel 1816), ha chiesto per la seconda volta la bancarotta nel 2020: gli affari sono andati male dopo la sparatoria, tra cause e restrizioni nelle vendite. I suoi asset sono stati venduti e a pagare il risarcimento sono state di fatto quattro società assicurative.

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Il Messaggero