Ubriaca tenta di aprire il portellone in volo: intervengono i caccia. Dovrà pagare 100 mila euro

E' successo di tutto a bordo di un aereo della Jet2, decollato da Londra Stansted e diretto a Dalaman in Turchia. Una turista ubriaca, durante il volo, ha tentato di aprire il...

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E' successo di tutto a bordo di un aereo della Jet2, decollato da Londra Stansted e diretto a Dalaman in Turchia. Una turista ubriaca, durante il volo, ha tentato di aprire il portellone dell'uscita di sicurezza. Chloe Haines, 26 anni, di High Wycombe, nel Buckinghamshire (a ovest di Londra), dopo aver minacciato i componenti dell'equipaggio, è stata bloccata a forza  con l'aiuto dei passeggeri. Durante la movimentata rissa avrebbe anche graffiato in viso uno steward. I piloti hanno immediatamente lanciato l'allarme, e la Raf ha subito fatto decollare due caccia Typhoon, che hanno intercettato l'Airbus 321 e l'hanno scortato fino a tornare a Stansted, dove la Haines è stata arrestata. I due caccia, per raggiungere il volo di linea, hanno superato la velocità del suono, creando il famoso boom sonico, che dà origine a un boato e a terra può anche provocare scene di panico.


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L'incidente ovviamente ha avuto riflessi giudiziari, tanto che ieri - come riporta il DailyMail - la donna, sotto processo, è apparsa in tribunale, trattenendo a stento le lacrime. Chloe Haines è sotto accusa per aggressione e per aver messo in pericolo la vita di decine di persone, oltre ovviamente all'ostacolo causato al trasporto pubblico. E la compagnia aerea, come risarcimento per l'episodio, le ha richiesto il pagamento di 85mila sterline, ovvero 100mila euro. Oltre al divieto a vita di volare con la Jet 2. L'amministratore delegato della compagnia ha dichiarato:
«Essendo la nostra una compagnia molto proiettata sulle famiglie, adottiamo un livello di tolleranza zero nei confronti di comportamenti turbolenti e indisciplinati». 


Il giudice distrettuale di Chelmsford ha concesso la libertà sotto cauzione alla Haines a condizione che non metta piede in alcun aeroporto del Regno Unito e ha rinviato il caso alla Crown Court, il più alto tribunale di primo grado nei casi penali, dove la donna presenterà un ricorso. Il giudice ha spiegato che «la questione è troppo seria per essere trattata in questo tribunale». L'udienza è fissata per il prossimo 18 dicembre.
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Il Messaggero