Studio Usa: per combattere il crimine, bisogna piantare più alberi

Studio Usa: per combattere il crimine, bisogna piantare più alberi
NEW YORK – Tutti conoscono la “teoria delle finestre rotte”. Cioè la teoria che il degrado urbano abbia un effetto sull’aumento della...

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NEW YORK – Tutti conoscono la “teoria delle finestre rotte”. Cioè la teoria che il degrado urbano abbia un effetto sull’aumento della criminalità, che l’incuria e l‘abbandono siano terreno fertile per il dilagare del crimine.

 
Oggi negli Usa si sta studiando e applicando una nuova teoria, e cioè l’uso del verde, degli alberi in particolare, come deterrente. Vari studi sono stati condotti in diverse città, per provare se sia vero che dove i quartieri vantano belle chiome alberate lungo i marciapiedi, il crimine è percentualmente inferiore che in zone in stato di degrado.
 
Nel corso degli ultimi dieci anni sono state effettuate delle ricerche a Chicago, a Portland, a Cincinnati. Ma forse lo studio più lungo e serio sul tema “Urban Greening and Safety” (il verde urbano e la sicurezza) è stato quello di Filadelfia. E’ durato quasi tre anni, e il risultato è stato comunicato all’inizio di quest’anno. Il rapporto è stato il frutto di una collaborazione fra la Columbia University di New York, la University of Pennsylvania, la società di Orticultura della Pennsylvania e il Dipartimento dell’edilizia e dello sviluppo di Filadelfia.
 
Le quattro organizzazioni hanno identificato 500 lotti abbandonati nelle aree più degradate e povere di Filadelfia. Li hanno divisi in tre gruppi. Il primo gruppo è stato lasciato com’era, sudicio e inselvatichito. Il secondo gruppo è stato pulito. Il terzo gruppo è stato ripulito e arricchito di piante e alberi. L’area in cui si trovava il terzo gruppo ha registrato un crollo del crimine violento del 30 per cento, e di una forbice fra il 20 e il 30 dei crimini non violenti (tipo furti), mentre il 60 per cento degli abitanti si sono detti «più sicuri».
 
Negli anni passati simili studi hanno fruttato simili risultati anche a Chicago, Portland e Baltimora. A Cincinnati fra il 2004 e il 2014 si è invece avuto l’esatto contrario: in seguito a una malattia dei frassini, la città ha dovuto estirpare ben 646 alberi, già morti o morenti. E nelle aree più “spianate” il crimine si è rafforzato, manifestandosi con un maggior numero di aggressioni, violazioni di domicilio, furti e crimini violenti.
 
Come mai gli alberi abbiano questo effetto di contenimento sul crimine è oggetto di diverse ipotesi. Al fondo tuttavia c’è la convinzione che dove si abbia l’impressione che gli abitanti si curino di più del quartiere, dove ci sia maggiore attenzione e partecipazione, c’è anche più controllo e collaborazione, e quindi si tratti di un territorio dove il crimine sarebbe più visibile ed esposto.
 
«Il disordine invita il crimine, mentre l’ordine manda un messaggio subliminale che lo tiene lontano» spiega l’economista Geoffrey Donovan, che ha partecipato a un simile studio nella città di Portland, nell’Oregon.
 

Nessuno ancora ha provato a trarre conclusioni fra il calo del crimine e l’aumento degli alberi a New York. Ma certo, nella città dal 2007 a oggi sono stati piantati più di un milione di nuovi alberi, come decise 12 anni fa l’allora sindaco repubblicano Michael Bloomberg, acceso ambientalista. Sarà un caso, forse, e le cause sono effettivamente tante e molto varie e complesse, ma è certo che il crimine nella Grande Mela è sceso al livello più basso dagli anni Quaranta.


 
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Il Messaggero