Guerra di spie a Istanbul, 007 suicida in carcere

Guerra di spie a Istanbul, 007 suicida in carcere
A sette mesi dall'uccisione di Jamal Khashoggi nel consolato saudita, Istanbul torna al centro di una guerra di spie in Medio Oriente. Dopo due settimane dall'arresto, uno...

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A sette mesi dall'uccisione di Jamal Khashoggi nel consolato saudita, Istanbul torna al centro di una guerra di spie in Medio Oriente. Dopo due settimane dall'arresto, uno di due presunti 007 al soldo degli Emirati Arabi Uniti è stato trovato impiccato nella sua cella del carcere di Silivri, alla periferia europea della megalopoli sul Bosforo. Suicidio, ha subito assicurato la procura. Ma il caso è tutt'altro che chiuso. I due agenti erano finiti in manette con l'accusa di «spionaggio politico, militare e internazionale» nei confronti di esuli arabi, tra cui diversi dissidenti politici, e gli investigatori non escludono legami proprio con il delitto Khashoggi. Secondo le autorità turche, la morte del detenuto Zaki Y.M. Hasan è avvenuta ieri tra l'appello del mattino delle guardie carcerarie, alle 08:16 locali, e la distribuzione dei pasti, alle 10:22, quando il corpo è stato rinvenuto impiccato alla porta del bagno della sua cella singola. Di ciò che è accaduto in quel lasso di tempo, nessun testimone.


L'AUTOPSIA

A chiarire la dinamica potrebbe essere l'autopsia ordinata dai magistrati, che hanno aperto un'inchiesta. Sull'uomo deceduto non ci sono altre informazioni ufficiali, come sul collega arrestato con lui, per il quale potrebbero essere prese ora nuove misure di prevenzione. Entrambi erano stati formalmente arrestati dieci giorni fa, dopo lunghi interrogatori in cui avrebbero confessato di essere spie per conto degli Emirati. Secondo la tv statale Trt, sarebbero entrambi cittadini palestinesi. L'agente morto viene identificato come un 55enne con un passato da militare - un maggiore generale dei servizi segreti. L'altro 007, di cui sono state riferite solo le iniziali, S.S., è stato per mesi sotto sorveglianza del Mit, l'intelligence di Ankara, che lo aveva pedinato registrandone i movimenti con una sorveglianza fisica e tecnica. È stato lui ad arrivare per primo a Istanbul, subito dopo l'omicidio di Khashoggi, per cui Riad sta tuttora processando 11 persone, di cui 5 rischiano la pena capitale. Zaki Hasan lo avrebbe raggiunto cinque mesi più tardi per aiutarlo nell'attività di spionaggio
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Il Messaggero