Sottomarino disperso, il giornalista: «Navigavamo senza il Gps e con il joystick della Xbox»

"La sicurezza sembrava improvvisata, la mia prima missione venne interrotta"

Sottomarino disperso, il giornalista: «Navigavamo senza il Gps e con il joystick della Xbox»
David Pogue è un giornalista esperto di tecnologia e corrispondente di CBS, e nel 2022 è andato a visitare i relitti del Titanic a bordo di Titan di OceanGate, il...

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David Pogue è un giornalista esperto di tecnologia e corrispondente di CBS, e nel 2022 è andato a visitare i relitti del Titanic a bordo di Titan di OceanGate, il sommergibile disperso nell’Oceano Atlantico con a bordo cinque persone.

Sottomarino disperso, dove si trova? Le quattro ipotesi: agganciato al Titanic oppure in superficie (ma con l'impossibilità di uscire)

Partiamo dalla domanda che tutti ora si fanno: quanta è stata la paura a bordo?
«Già la notte prima dell’immersione ero terrorizzato, anzi non ho dormito affatto. Una volta a bordo, tuttavia, dopo aver visto tutte le precauzioni per mantenere la sicurezza e le liste di controllo prese in considerazione nei minimi dettagli, ero entusiasta di partire e iniziare la discesa verso il Titanic». 

Anche quella immersione venne ritardata e cancellata per le condizioni meteo, come è successo qualche giorno fa. Non fa impressione?
«Come si può vedere nel video-reportage per CBS Sunday Morning, la mia immersione è stata cancellata quando ci trovavamo a poco più di 120 metri di profondità per problemi meccanici. La successiva immersione alla fine di quella settimana è andata a buon fine».

Ma anche quel giorno c’è stato un imprevisto, con l’interruzione dei contatti con la nave in superficie. Com’è andata? 
«Sì, abbiamo perso contatto per circa un’ora e mezza mentre stavamo scendendo, anche se dopo quel momento di vuoto siamo riusciti a ristabilire i contatti. Non sono stati momenti facili. Ma poi la paura è passata. Un’altra immersione nel 2021 ha avuto problemi e il gruppo è rimasto nel sommergibile per 27 ore mentre i tecnici provavano a riportare Titan sulla nave».

Ci puoi descrivere l’interno di Titan?
«È molto piccolo e angusto, sembra di stare in un piccolo furgone: si entra senza scarpe e non c’è spazio per allungare le gambe quando si è in 5 a bordo. Inoltre mi ero subito accorto che c’era qualcosa di strano, che diversi pezzi del sottomarino sembravano essere improvvisati, sembravano usciti dal telefilm MacGyver. E quando l’amministratore delegato di OceanGate, Stockton Rush, mi ha detto che Titan era controllato con un joystick simile a quello di una xBox, mi sono messo a ridere, ma avevo paura».

Come funziona la tecnologia che permette di arrivare a quella profondità?
«Il sommergibile non ha un sistema di GPS integrato, questo significa che le persone a bordo di Titan devono fare riferimento ai comandi inviati dalla nave in superficie: “Gira a destra, vai a sinistra, vai avanti per vedere la nave”. Titan ha un sonar ma il suo raggio di azione è limitato, quindi se non ti trovi vicino al Titanic devi sempre seguire le indicazioni che arrivano dalla superficie, soprattutto perché a quella profondità è buio e non si vede nulla. Sembra di giocare a battaglia navale. Ti inviano messaggi del tipo: “Avanti di 50 piedi, a destra di 100 piedi”». 

Stockton Rush ha dichiarato che la loro impresa offriva più di una semplice avventura per miliardari e che rappresentava un’opportunità per studiare gli oceani. Era così? 
«A bordo della nave che portava il sommergibile verso l’area dell’immersione c’erano sempre diversi scienziati. Pagando un biglietto da 250 mila dollari per l’esperienza si finanziavano anche le loro ricerche».

Com’è stata l’esperienza nel complesso?


«Quando ritorni sulla nave e puoi tornare a respirare all’aperto è molto strano. Mi è sembrato di sentire l’intero mondo sotto ai miei piedi. Devo dire che è stata un’avventura fantastica. Il cibo incredibile e le persone sono state incredibili». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero