«Ennesima oca giuliva, poteva stare a casa e aiutare gli italiani». Questo è solo uno degli insulti recapitati a Silvia Romano, la volontaria di 23 anni...
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Silvia Romano, 23 anni, milanese, si era laureata da poco e lavorava per una organizzazione con sede a Fano, nelle Marche, la Africa Milele Onlus. Era tornata in Italia a settembre ma poco dopo è subito ripartita perché «era quello che desiderava». Ora di lei gli sciacalli del web scrivono così: «Quanto ci costerà farla tornare a casa sua per sempre ma con obbligo di dimora e firma!» oppure «Lasciatela li, se è li che è voluta andare».
Ma le risposte sono immediate: «Quindi quando uno dice: "Aiutiamoli a casa loro" lo dice solo così, per aprire bocca...» e «Viene rapita una volontaria di 23 anni in Kenya e il popolo degli #aiutiamoliacasaloro manifesta la loro solidarietà con 'poteva rimanere in Italia'. Ma quanto siete merde? #SilviaRomano».
«Il punto è aiutare i deboli - scrive una ragazza - L'unico modo di aiutare gli italiani, come dite, sarebbe combattere a morte altri italiani, ma quelli, invece, voi li votate. Per cui non rompeteci i coglioni se decidiamo di aiutare chi se lo merita. Qui, in Kenya o dove cazzo ci pare. #SilviaRomano».
«Non ci sono parole per commentare quello che sta accadendo. Silvia, siamo tutti con te. Africa Milele Onlus». Questa la scritta che appare sulla homepage del sito della onlus di Fano con cui era impegnata Silvia Romano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero