Chissà se dall'altra parte dell'Oceano conoscono la storia di Lisistrata, l'atenesiese che, come da commedia di Aristofane, coinvolse tutte le donne della polis...
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L'attrice da mesi è mobilitata contro la cosidetta legge del «heartbeat», perché vieta l'interruzione di gravidanza da quando si può riscontrare un battito cardiaco, vale a dire dalla sesta settimana, cioè quando spesso le donne non si sono neanche rese conto della gravidanza. E dopo che il governatore repubblicano Brian Kemp ha firmato nei giorni scorsi la legge, a sostituzione di quella che permetteva l'aborto fino alla 20esima settimana di gestazione, Milano ha guidato il boicottaggio a cui si stanno unendo ad un centinaio di attori e molte case di produzione che hanno affermato che, fino a quando rimarrà in vigore la legge, non gireranno più nello stato meridionale che negli ultimi anni è diventato una location prediletta per film e serie tv. Si stima infatti che l'industria cinematografica abbia creato oltre 92mila posti di lavoro nello stato. «Dobbiamo capire quanto brutta la situazione sia in tutto il Paese, dobbiamo ricordare alle persone che siamo noi donne ad avere il controllo sui nostri corpi», ha detto ancora l'attrice americana.
«I nostri diritti riproduttivi sono stati cancellati. Finché le donne non avranno il controllo sui loro corpi non possiamo rischiare la gravidanza. Unitevi a me e non fate sesso finché non riavremo l'autonomia del corpo»: l'attrice e attivista del movimento #Metoo Alyssa Milano ha lanciato su Twitter, con l'hastag #SexStrike diventato subito super gettonato, lo sciopero del sesso per protestare contro la nuova legge restrittiva sull'aborto in Georgia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero