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Uccisioni, violenze, stupri, massacri. La guerra in Ucraina sta cancellando tutte le lezioni apprese in Europa dopo il nazismo. La brutalità, raccontata da istantanee e storie quotidiane, non ha linea di confine. Mariupol, Mykolaiv, Bucha, Hostomel, sono solo alcune delle città dilaniate dal conflitto. A Obukhovychi, villaggio a nord di Kiev, gli abitanti del villaggio affermano di essere stati portati via dalle loro case sotto la minaccia delle armi e tenuti in ostaggio in una palestra scolastica dai russi, che cercavano di fermare l'avanzata delle forze ucraine.
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L'orrore di Obukhovychi
La notte del 14 marzo, racconta la "BBC", i soldati russi a Obukhovychi sono stati attaccati dall'esercito ucraino. E i cittadini hanno raccontato tutti la stessa storia terribile: le famiglie hanno descritto come i soldati russi siano andati porta a porta, li hanno radunati sotto la minaccia delle armi e li hanno condotti alla scuola locale, per usarli come scudi umani. Sperando di essere risparmiati, molti di loro hanno scritto la parola "persone" davanti al cancello. Ma in realtà quelle scritte sono state delle calamite per i soldati, che cercavano civili con cui difendersi. Circa 150 civili, tra anziani e bambini piccoli, sono stati portati dalle loro cantine alla scuola.
Come a Obukhovychi, le stesse terribili storie sono arrivate da altre città. Il disastro umano di Bucha, con i corpi sparsi in strada e schiacchiati dai tank, è solo una parte del racconto per cui molti leader chiedono il processo a Putin per crimini di guerra. Dal Cremlino continuano a respingere le accuse, definendolo false. Per il momento, lo zar resta intoccabile.
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Il Messaggero