Stavolta ad essere colpito è il cuore dell'economia dell'Iran. La nuova stretta Usa annunciata dall'amministrazione Trump è pronta ad entrare in vigore...
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Ad essere ripristinate in pratica saranno tutte le sanzioni che erano state congelate con lo storico accordo sul nucleare del luglio 2015, fortemente voluto da Barack Obama e firmato anche da Europa, Russia e Cina. Un colpo di spugna, dunque, su tutto il lavoro diplomatico e politico svolto negli anni scorsi per rompere l'isolamento di Teheran e fermare le sue ambizioni atomiche. Ma per Donald Trump, che nel maggio scorso ha ritirato gli Usa da quell'intesa anche a costo di rompere con gli alleati, l'Iran è tornato ad essere uno 'stato canaglià. E la linea della 'tolleranza zerò andrà avanti fino a che - sostiene la Casa Bianca - la repubblica islamica non smetterà di sostenere il terrorismo, di destabilizzare la regione mediorientale (vedi la Siria e lo Yemen) e di andare avanti con i suoi programmi nucleare e missilistico. Tutti fatti più volte smentiti da Teheran e contestati soprattutto da Bruxelles e dalle principali capitali europee. Ma il presidente americano tira dritto per la sua strada dando l'ok a misure restrittive che riguarderanno in particolare i settori dell'energia, della finanza, del trasporto marittimo e della cantieristica. La lista degli otto Paesi esenti sarà comunicata lunedì, ma il segretario di stato Mike Pompeo e quello al tesoro Steve Mnuchin hanno già detto che non ci sarà l'Europa, anche se l'Italia potrebbe fare eccezione. «Le esenzioni sono state decise solo perchè questi Paesi hanno dimostrato di impegnarsi per tagliare drasticamente le loro importazioni di greggio dall'Iran», ha spiegato Pompeo. Si allunga intanto la 'black list' degli individui e delle entità colpite da misure punitive, con l'ingresso di oltre 700 soggetti, tra cui compagnie di navigazione ed aree. Nella lista nera anche banche ed esportatori di petrolio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero