Santa Sofia, ministro degli esteri turco: «Patrimonio dell'umanità, resta aperta a tutte le fedi»

L'ambasciatore della Turchia in Italia, Murat Salim Esenli, incontrando i giornalisti nella sede diplomatica di via Palestro ha parlato su Santa...

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L'ambasciatore della Turchia in Italia, Murat Salim Esenli, incontrando i giornalisti nella sede diplomatica di via Palestro ha parlato su Santa Sofia« aperta allo stesso modo ai musulmani e ai cristiani. In Turchia ognuno è libero di professare la propria fede», ha affermato il diplomatico, ricordando come solo a Istanbul esistano «89 chiese e 21 sinagoghe». E rispetto alla riconversione di Santa Sofia in moschea ha detto che «non importa se sei musulmano, cristiano o ebreo, tutti possono andare in moschea, come ha ricordato il presidente Recep Tayyip Erdogan».


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«Non c'è alcun ostacolo dal punto di vista religioso all'apertura di Santa Sofia ai visitatori al di fuori dell'orario delle preghiere» islamiche, ma «le icone» cristiane «dovranno essere coperte con delle tende o altri strumenti idonei» dopo la riapertura come moschea il 24 luglio del monumento simbolo di Istanbul. Lo fa sapere la Presidenza per gli affari religiosi turca (Diyanet), l'autorità che gestisce le moschee del Paese e che ha assunto anche l'amministrazione di Santa Sofia, dopo l'abolizione venerdì scorso del suo status di museo dopo 85 anni.
 

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Il ministro degli Esteri su Santa Sofia. Santa Sofia è «un patrimonio dell'umanità» che, anche riconvertito in moschea, resterà «aperto ai fedeli di tutte le religioni» e a «chiunque voglia visitare questo straordinario edificio». Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri della Turchia, Hami Aksoy, citato dal quotidiano Daily Sabah. Santa Sofia, dunque, «continuerà ad abbracciare tutti con il suo nuovo status, restando parte del patrimonio culturale comune dell'umanità», ha detto. Aksoy ha quindi ribadito che «nessuno può interferire con i diritti sovrani della Turchia» e che la gestione dello status di Santa Sofia rappresenta «una questione interna alla Turchia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero